
Un’opera d’arte, lirica e storica
di Danielle Dufour Verna
La Provenza è questa terra che, “al solo sentirne parlare, evoca un irresistibile desiderio di esplorarla, di perdersi tra le sue stradine dai profumi unici, di immergersi nel suo eccezionale passato storico.”

M. Jean-Pascal Hesse con il libro Salon-de-Provence
M. Jean-Pascal Hesse con il libro Salon-de-Provence
Nel pantheon degli autori che hanno saputo elevare la bellezza a sacerdozio e la storia a ricerca poetica, Jean-Pascal Hesse occupa un posto singolare. La sua opera, « Salon-de-Provence, Memorie d’une ville» (Memorie di una città) ed. Odyssée, non è un semplice saggio storico; quest’opera supera la semplice vocazione di un repertorio storico locale. Si erge come un manifesto d’amore, a un tempo erudito e magnificato con passione, dedicato alla città natale dell’autore, una città provenzale la cui essenza e la cui eredità storica trovano qui uno scrigno di rara eleganza e finezza.
Una penna cesellata, il sigillo dell’eleganza e della profondità
Con la sua penna cesellata, Jean-Pascal Hesse trascende la semplice cronaca di queste bellezze e ne coglie l’anima autentica. Le sue parole diventano specchi sontuosi di questa luce così particolare, quella che scolpisce gli ulivi nodosi e indora le tegole patinate. Sotto il suo sguardo, ogni passo si trasforma in una passeggiata estetica nel cuore di un patrimonio venerabile e preservato.
Lo stile di Jean-Pascal Hesse, che si è potuto ammirare nei suoi precedenti lavori dedicati a figure emblematiche come Pierre Cardin, o a luoghi mitici come Capri e il Luberon, si distingue per un’eloquenza raffinata e una precisione documentaria mai didattica.
Salon-de-Provence, città medievale, culturale e moderna
A Salon-de-Provence, svoltando nei vicoli lastricati, il tempo si ferma con una lentezza mediterranea. Salon si rivela, non come una semplice città, ma come un sogno tessuto di calcare e luce. Qui, l’ombra proiettata dei cipressi allunga l’attesa mentre le facciate, sature di sole, raccontano vite. Il Castello dell’Empéri, fortezza altera, veglia sulla città, ricordo grave e magnifico, mentre il getto d’acqua della fontana muschiosa scandisce la melodia di un’estate eterna. È una città dove il maestrale soffia le leggende del profeta per non lasciare dietro di sé che il profumo tenace dell’autenticità provenzale.

Salon-de-Provence – Castello dell’Empéri

Nicolas Pagnol da en.notrecinema.com

Marcel Pagnol – 1948 – Foto di Studio Harcourt
Una prefazione firmata da Nicolas Pagnol
La portata di questo libro è immediatamente sottolineata dalla presenza di una prefazione firmata da Nicolas Pagnol, nipote dell’immortale Marcel Pagnol. Questo patrocinio non è affatto casuale: radica intrinsecamente il lavoro di Hesse nel terreno fertile della grande tradizione letteraria e cinematografica della Provenza. Pagnol, la cui ascendenza ha plasmato così potentemente l’immaginario di una Provenza eterna e luminosa, saluta qui l’impresa della memoria e l’imperativo della trasmissione incarnati dall’autore. Invitando Nicolas Pagnol ad aprire il sipario sulle sue pagine, Jean-Pascal Hesse tesse un filo conduttore indispensabile tra il glorioso passato della regione e il suo presente fervente, sottolineando la perennità di questo spirito provenzale.

Adam de Craponne

Fontana pubblica
Un viaggio sensoriale
Hesse utilizza una prosa sostenuta, a volte tinta di una leggera malinconia, che conferisce ai suoi scritti una dimensione senza tempo. La sua scrittura è l’antitesi della superficialità: si immerge nella sostanza degli esseri e dei luoghi, cercando di svelare la loro anima profonda. Eccelle nell’arte dell’evocazione, usando la parola giusta, non solo per descrivere, ma per far rivivere. Leggere Jean-Pascal Hesse significa intraprendere un viaggio sensoriale dove le immagini sono importanti quanto la trama narrativa. La sua penna si rivela particolarmente adatta a fondere storia ed estetismo. Sia che descriva la smisuratezza creativa di un grande stilista o la maestà austera di un paesaggio provenzale, riesce a mantenere un delicato equilibrio tra l’analisi erudita e la contemplazione lirica. Hesse non racconta la storia, la resuscita e le offre uno scrigno di linguaggio che onora il suo soggetto.

L’elogio della Memoria e del Patrimonio
L’opera di Hesse è spesso un’esplorazione dell’eredità e della trasmissione. Storico di formazione, possiede questa singolare capacità di considerare il patrimonio, non come una reliquia congelata, ma come una forza viva che vivifica il presente. La sua scrittura è quindi profondamente umanista, poiché pone l’uomo – l’artigiano, l’artista, l’abitante – al centro del racconto storico. L’autore conferisce una dignità letteraria ai soggetti che tratta. Offre loro uno scrigno che supera la semplice monografia per raggiungere lo status di saggio poetico.
In «Salon de Provence, Memorie di una città», questo approccio acquista una risonanza particolare. L’autore, impegnandosi nel racconto della sua città natale, mobilita non solo il suo talento di cronista, ma anche la sua memoria di figlio del luogo, arricchendo l’obiettività della ricerca storica con una soggettività toccante e autentica, il che è una delle migliori garanzie contro una scrittura stereotipata.


Il rigore di uno storico appassionato di estetica
Jean-Pascal Hesse unisce il rigore di uno storico a una passione per l’estetica. Crea così opere che sono al contempo riferimenti documentari e oggetti visivi di lusso. I suoi testi si basano su un’iconografia abbondante e spesso inedita.
La sua lunga collaborazione con Pierre Cardin (dirige la comunicazione del gruppo Pierre Cardin da più di 25 anni) gli ha permesso di acquisire una competenza unica sulla storia della moda, del lusso e dell’arte di vivere, che egli trascrive nelle sue opere.
Un viaggio nel cuore della Città provenzale
Il libro propone una passeggiata letteraria e visiva attraverso le epoche e i quartieri di Salon. L’autore non si accontenta di allineare fatti storici, ma li ancora nella geografia e nell’atmosfera della città, celebrando le figure tutelari, tra Profezia, Genio Civile ed Eccellenza aeronautica. Uno dei capitoli più affascinanti di questa odissea della memoria è senza dubbio quello dedicato alle personalità e alle istituzioni che hanno iscritto Salon-de-Provence nel firmamento della storia.

Nostradamus
Il vibrante omaggio a Michel de Nostredame (Nostradamus)
Farmacista, medico e astrologo del XVI secolo, Nostradamus scelse Salon come luogo di residenza e di elaborazione delle sue celebri Centurie. L’autore esplora il modo in cui l’impronta di Nostradamus pervade le vecchie pietre della città, trasformando la sua casa in un santuario e il suo mito in un’aura misteriosa che perdura. Hesse coglie questa tensione tra l’uomo di scienza del Rinascimento e l’enigmatico indovino, un’eredità che fa di Salon un luogo di pellegrinaggio.

Adam-de-Craponne
Il canale di Craponne
D’altra parte, Jean-Pascal Hesse onora la memoria di Craponne, il geniale ingegnere idraulico dello stesso secolo. Mentre Nostradamus contemplava i cieli per decifrare il futuro, Craponne si occupava della terra. Di fronte alla siccità cronica della Piana della Crau, ideò e realizzò, con rara audacia e perseveranza, il famoso Canale di Craponne. Questo capolavoro di ingegneria, che convoglia le acque della Durance per irrigare le terre aride, è l’incarnazione del genio pragmatico provenzale.
La Patrouille de France, una firma celeste
L’opera si rivolge all’era contemporanea celebrando l’istituzione emblematica della Scuola dell’Aria e dello Spazio e, per estensione, la Patrouille de France (PAF). La Base Aerea 70, dove si addestrano i piloti d’élite, conferisce a Salon una dimensione nazionale, se non internazionale. La Patrouille de France, con i suoi balletti aerei di precisione coreografica e i suoi pennacchi di fumo blu-bianco-rosso, non è solo una vetrina dell’eccellenza militare francese; è diventata, per gli abitanti di Salon, una firma celeste, un simbolo permanente di orgoglio e modernità. Hesse integra questa presenza nell’ambiente urbano, mostrando come il ruggito degli Alpha Jet si fonda nel sussurro del maestrale e faccia parte integrante del paesaggio sonoro e visivo della città.

Salon-de-Provence-Patrouille de France

Salon-de-Provence – il sapone all’olio di oliva

Sale-della-Camargue
Il Sapone di Salon, un Patrimonio olfattivo e industriale
Un capitolo di particolare ricchezza è dedicato all’eredità saponiera della città, Salon-de-Provence, che rimane un pilastro imprescindibile della fabbricazione del vero sapone di Marsiglia. L’autore descrive come la vicinanza del canale di Craponne (che fornisce acqua), la presenza di olio d’oliva (in quantità nella regione) e l’accesso al sale della Camargue abbiano creato un ecosistema industriale perfetto. Lungi dall’aneddoto, la storia dei saponifici di Salon è una potente testimonianza dell’ingegnosità artigianale e della resistenza industriale provenzale. Hesse rende omaggio a questi Maestri Saponieri, custodi del procedimento secolare con la caldaia, e dimostra che il sapone non è un semplice prodotto ma un’eredità olfattiva e tattile che collega la città al Mediterraneo e alla storia del commercio. Simboleggia una tradizione di eccellenza che ha attraversato i secoli.
L’eredità medievale e marittima
Il libro non dimentica il Balì di Suffren, il grande marinaio il cui valore onora la Francia, completando questo ricco quadro umano. L’architettura del Castello dell’Empéri offre inoltre la cornice per la narrazione della storia medievale e militare della città.
Fotografie sontuose
Dove l’opera di Jean-Pascal Hesse si distingue con forza è per la sua dimensione estetica. È impossibile evocare ‘Salon-de-Provence, Memorie di una città’ senza sottolineare la qualità e la notevole quantità delle sue fotografie. Con 264 pagine, un formato generoso, scatti in bianco e nero e a colori, il libro raccoglie il lavoro di diversi fotografi talentuosi, tra cui Dominique Laugé, riconosciuto per la sua opera sulla bellezza del mondo ed esposto alle Rencontres d’Arles.

Salon de Provence – Castello dell’Empéri
Un’opera d’arte a un prezzo eccezionale
Questa nuova opera è una vera e propria dichiarazione d’amore per la città delle Bocche del Rodano, eretta alla confluenza di una storia medievale, di un’eredità industriale e di una modernità aeronautica. L’ambizione è vasta: cogliere l’essenza stessa di Salon-de-Provence. Questo libro si inserisce nella tradizione dei bei libri di qualità e non può essere dissociato dalla sua iconografia sontuosa. L’immagine, per Hesse, è un prolungamento del testo, un complemento indispensabile alla narrazione. Le immagini, scelte per “cogliere la bellezza di Salon e la sua arte di vivere”, trasformano il saggio storico in una vera e propria opera d’arte. Esse magnificano le prodezze architettoniche, l’atmosfera unica delle piazze ombreggiate e dei viali di platani, l’eredità dei saponifici e della Patrouille de France.
Ciò che è notevole, tuttavia, è che questo scrigno di erudizione e splendore visivo, dotato di un’edizione curata (rilegata, stampa in quadricromia), è proposto al prezzo incredibilmente attraente di 39€. In un mercato in cui i “bei libri” vengono spesso offerti a prezzi proibitivi, questa tariffazione rende l’accesso a una parte della storia e del patrimonio provenzale disponibile a un vasto pubblico
Un invito a scoprire un gioiello provenzale
«Salon-de-Provence, Mémoires d’une ville» è, in definitiva, un’opera della maturità che utilizza il prisma di una città amata per esplorare temi universali: l’attaccamento alla terra, la potenza del ricordo e la perpetuazione della storia. Jean-Pascal Hesse non firma solo un vibrante omaggio, ma offre un dono prezioso che saprà sedurre tanto il figlio del luogo quanto l’appassionato d’arte e di storia illuminato. L’autore ci offre una testimonianza rara, un solenne invito a scoprire la ricchezza di un gioiello provenzale.
Questo libro è un invito a una passeggiata maestosa, accessibile ed essenziale per comprendere l’anima e il cuore di una città provenzale.

Jean-Pascal Hesse da Le Figaro
Jean-Pascal Hesse è un autore e storico di formazione, nato a Salon-de-Provence. È noto in particolare per essere il direttore della comunicazione del gruppo Cardin. Titolare di un master in Storia Contemporanea e di una laurea in Amministrazione Pubblica, si è anche impegnato nella vita politica, eletto successivamente a Salon-de-Provence e a Parigi, dove è assessore delegato alla cultura dell’Arrondissement della Città dal 2020. Divide la sua vita tra Parigi e la Provenza.

DANIELLE DUFOUR VERNA
Danielle Dufour Verna
Danielle Dufour Verna è nata a Marsiglia da madre italiana, Concetta Monaco nata a Catania ed emigrata con i genitori a Marsiglia all’età di due anni e da padre francese Louis Jean Dufour, nato a Marsiglia. Figlia di operai, ha proseguito gli studi con successo ed è entrata a far parte del quotidiano “La Marseillaise” nel 1974 come correttrice di bozze. È sposata con Domenico Verna, nato a Catania, che la segue in Francia dal 1978. È madre di due figlie, Isabelle e Sandra Verna, nonna dei due nipoti Anna e Théo, e futura nonna di un piccolo Paul. Giornalista culturale, ora freelance, vive vicino a Marsiglia con la sua famiglia e scrive per diversi media, sia in Francia che all’estero.
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