di Francesca Fabbri Fellini – Foto di Graziano Villa

Nato a Rimini nel 1968, Mirco Giovannini ha intrecciato la sua vita come un capo d’alta maglieria: con pazienza, passione e una trama fatta di sogni, cadute e rinascite. Dopo essersi formato all’Istituto Secoli di Bologna, ha lavorato per le grandi maison del lusso da Jean Paul Gaultier a Versace alla Perla, affinando un talento raro che lo ha portato a vestire celebrities e a conquistare le passerelle con la sua maglieria couture, costruita punto dopo punto come un’opera d’arte.

Ma dietro il successo, c’è un uomo che ha conosciuto il buio.

Nel 2012, un fallimento lo ha messo in ginocchio. Eppure, proprio da quel momento è iniziata la sua vera rinascita. Grazie alla forza della fede, all’amore di sua Madre Giuseppina, e al sostegno dell’imprenditore romagnolo Gianluca Marchetti, Mirco ha ricostruito non solo il suo brand, ma anche se stesso.

Oggi, con il progetto Mirco Giovannini Atelier Folleria, torna a raccontare la sua visione del mondo attraverso il filo: un filo che non è solo materia, ma memoria, spiritualità e identità.

In questa intervista, ci apre il cuore e ci mostra che la moda può essere molto più di estetica — può essere testimonianza, resistenza, e poesia.

D: Mirco nel 2012 hai vissuto un momento difficile, un fallimento che ti ha segnato. Come hai vissuto quel periodo?

R: Non auguro a nessuno di vivere un fallimento, nemmeno al mio peggior nemico. Perdere tutto significa perdere la dignità, il percorso costruito negli anni. Ci vuole una forza enorme per ripartire. Ho pianto per due giorni, non per tristezza, ma per rabbia. Il mio progetto stava crescendo in modo esponenziale: +45% ogni stagione, presente nei negozi più prestigiosi, seguito da celebrities importanti. E poi, tutto svanito.

D: Cosa ti ha aiutato a rialzarti? C’è stato un pensiero, una persona o un gesto che ha fatto la differenza?

R: Mia Madre Giuseppina. Ancora oggi è la mia forza quotidiana. Non mi ha mai rimproverato, mai detto : “…ci hai portato tutti giù con te…”, anche se aveva firmato insieme a tutta la famiglia. Anche mia moglie, che si è ammalata di cancro due giorni dopo il fallimento. Ho fatto coming out, ma sono stato sposato, e oggi ho accanto a me una persona speciale: la mia ex moglie, che continua a sostenermi. Viviamo nella stessa casa, uno sopra e uno sotto. E poi c’è stato un viaggio a Međugorje con un’amica. Mi ha dato la forza per andare avanti.

Mirco-Giovannini_©GrazianoVilla

D: Guardandoti oggi, cosa diresti a quel Mirco che aveva perso tutto?

R: Francesca, al mio passato non penso più. Solo a volte, quando riaffiora la rabbia per ciò che avevo e ho perso in un attimo: successo, fatica, lavoro, soldi. Direi a quel Mirco di stare attento alle persone. Ancora oggi ci casco. Non ho la sensibilità di capire, né il coraggio di ascoltarmi.

D: L’imprenditore romagnolo Gianluca Marchetti è stato fondamentale nella tua rinascita. Come è nata la vostra amicizia e la vostra collaborazione?

R: La nostra amicizia è nata nel 2020, in piena pandemia, nella cantina Ottaviani. Eravamo un gruppo di amici, stilisti e imprenditori, che si ritrovava lì di sera, quando tutto era chiuso. Ci chiamavamo i “carbonari del Covid”: luci soffuse, vino, cultura e condivisione. Da quel momento è iniziato un nuovo capitolo. Oggi la nostra Amicizia è molto profonda. Abbiamo alti e bassi, come una coppia. Avete presente Casa Vianello? Sandra e Raimondo. È un legame vero. Lui è come un padre: mi segue, non mi abbandona mai. Anche ora che è in vacanza, continua a starmi vicino.

Mirco Giovannini – Atelier_©GrazianoVilla

D: Sei un uomo miracolato.

R: Sì, mi considero un miracolato. Dopo aver consegnato un progetto a Chanel nel 2021, ho chiesto a Marchetti di incontrarci al mio ritorno da Parigi. Sentivo che il mio nome stava tornando, ma non avevo detto tutto: stavo anche rischiando di perdere la casa di mia madre, che avevo salvato nel 2015. Marchetti ha creduto nel mio progetto e mi ha dato il via per ripartire rilevando il brand e così nasce :

MG-ATELIER :  https://www.mgatelier.it/

D: Mamma Giuseppina ‘la creativa’, cosa ti ha trasmesso ?

R: Mia madre Giuseppina è una donna straordinaria, ha 82 anni ed è ancora piena di vita. Ama vestirsi bene, cucinare, accogliere gente. Da giovane era una sarta creativa e a 17 anni ha lasciato Orciano di Pesaro per trasferirsi a Cattolica, portando con sé tutta la famiglia. Ha sempre avuto uno spirito libero e imprenditoriale, insieme a mio padre sono diventati ambulanti, amanti del circo e della vita. Lei dice sempre: “Mirco ha preso la creatività da me”. E ha ragione.

D: C’ è un ricordo che ti lega a lei ?

R: Uno dei ricordi più forti è quando, da bambino, andavo con lei a Riccione per lavorare al Minimarket. Partivamo all’alba, io e lei in macchina. Dopo un incidente, lei smise di guidare, ma quel tempo insieme mi ha lasciato un segno profondo. Ancora oggi mi sveglio alle cinque, come allora.

D: La fede ha avuto un ruolo nella tua rinascita, come si manifesta nella tua quotidianità?

R: La fede è parte della mia quotidianità. Mi sveglio presto e recito il rosario ogni mattina. Sono un ‘collezionista di Madonne’. La mia casa è un piccolo santuario. Le pareti sono punteggiate di quadri, santini, sculture in gesso, ceramica, legno. Ogni Madonna ha una storia. Per me Francesca, collezionare Madonne è come raccogliere frammenti di speranza. Ogni immagine è una preghiera muta, un gesto d’amore, una memoria che resiste. Tutte hanno lo stesso valore, perché tutte parlano di tenerezza, protezione, maternità.

D: Credi che la spiritualità possa convivere con il mondo della moda?

R: Non convivono facilmente. Il mondo della moda è spesso superficiale. Quando ero buddista, venivo accolto con curiosità; da cattolico, invece, spesso vengo preso in giro. Il buddismo ha un approccio più aperto, quasi terapeutico, dove si condividono esperienze e si offre supporto. La Chiesa cattolica dovrebbe aprirsi di più ai giovani, creare spazi di dialogo e ascolto. C’è troppa rigidità, e questo allontana chi cerca una voce diversa.

Mirco-Giovannini_©GrazianoVilla

D: Chi è Mirco Giovannini, l’uomo dietro lo stilista ?

R: Un gran figo.

D: Cosa ti rende felice fuori dalle passerelle?

R: Stare con i miei amici. La semplicità delle relazioni vere mi dà gioia.

D: Se la tua vita fosse un filo, che trama sarebbe?

R: Una trama elastica, che si trasforma sotto pressione in un matelassé: imbottita, trapuntata, fatta di alti e bassi. La mia vita è come un circo, dove danzo tra sogno e realtà come un trapezista.

Mirco Giovannini_©GrazianoVilla

D: Qual è il tuo messaggio per i giovani, come uomo e stilista?

R: Nel 2012 ho perso tutto. Ma ho scelto di rinascere, con forza e resilienza. Ai giovani dico: non temete di cadere. Preoccupatevi di credere in voi stessi. La fede, non necessariamente religiosa, ma in ciò che si ama, è la chiave per rialzarsi ogni volta.

D: Il fallimento può essere un dono?

R: Sì, per me lo è stato. Mi ha insegnato la fede e il perdono. E anche se ho un carattere difficile, chi mi conosce sa che ho un cuore grande. Veronica, che lavora con me da otto anni, lo sa bene.

 

D: Se potessi far tornare una persona, chi sarebbe e cosa le diresti?

R: Mio Babbo, Germano. Un romagnolo puro, un ambulante. Mamma Giuseppina ci svegliava alle 4:30 per fare colazione tutti insieme. Quattro giorni prima di morire babbo mi disse: “Peccato che non hai scelto il posto fisso alle Poste”. Voleva proteggermi da un mondo duro come quello della Moda. Mia mamma dice che le parla ancora. Nel mio studio ho un post-it sul mio computer con le sue parole : “Babbo ha detto: devi andare avanti.”

Ma oggi a Papà Germano gli direi : “Babbo, guarda dove sono arrivato!

Mirco Giovannini e Gianluca Marchetti

Ringrazio Mirco per aver condiviso con me il suo racconto di caduta e rinascita, con la sincerità di chi ha vissuto il fallimento non come fine, ma come inizio.

Grazie per avermi aperto le porte della sua fabbrica di maglieria d’autore, incastonata dentro la storica realtà MT di Gianluca Marchetti, imprenditore romagnolo visionario che costruisce portautensili motorizzati per torni, colui che ha acquisito il marchio di Mirco.

Vedere che accanto al metallo nasce una maglieria che è una nuvola di trame mi ha colpito profondamente: è come se la forza e la leggerezza si dessero la mano.

Mirco disegna le sue creazioni con una Bic, con la stessa semplicità con cui raccoglie Madonne nella sua casa. Quando gli si chiede perché lo fa, sorride: “Perché Maria è ovunque,…” dice. “…e ogni volto è un modo diverso di sentirla vicina.”

In quel sorriso c’è tutta la sua visione: concreta, spirituale, romagnola.

E io, che ho avuto il privilegio di ascoltarlo, posso solo dire cambiando il contenuto che, “….due Romagnoli is megl che uan….” come diceva nella pubblicità nel ‘95 un giovanissimo Stefano Accorsi. Perché quando la passione incontra la terra, e l’arte incontra la fede, nasce qualcosa chne on si può spiegare. Si può solo raccontare.

                                                                                                                                                                     Francesca

Francesca Fabbri Fellini & Graziano Villa – BIO

Francesca e Graziano: due “Life Travellers”, due esploratori instancabili in viaggio continuo alla ricerca della Bellezza e della Bontà nel mondo. Raccontano ciò che incontrano — persone, luoghi, natura — con uno sguardo curioso e incantato, guidati dalla meraviglia e da quella parte infantile che custodiscono gelosamente dentro di sé.

🎤 Francesca mette a frutto la sua lunga esperienza da giornalista nei principali network radio-televisivi, trasformandola in una sorta di “bastone da rabdomante” capace di intercettare con sensibilità storie, volti e tematiche che meritano di essere raccontati. Le sue interviste si concretizzano in testi e video straordinari — così dicono di lei — capaci di emozionare e far riflettere.

📸 Graziano, con decenni di esperienza nella fotografia professionale — ritratto, reportage, still life, moda — cattura l’anima dei personaggi e dei contesti con immagini evocative, poetiche e potenti. Ogni scatto è il riflesso della passione con cui interpreta il mondo.

Il suo motto è: “la mia macchina fotografica è il passepartout esistenziale”.

Insieme, formano un duo vibrante e complementare, sempre alla ricerca di storie che sappiano dare emozioni.

Graziano Villa e Francesca Fabbri Fellini – ©GrazianoVilla – Timbavati National Park – South Africa