Praga – Statua F. Kafka – scultore David Cerny – Elaborazione artistica di ©GrazianoVilla

“La mia Praga raccontata da passi e scatti”

testo di Francesca Maria Esmeralda Fabbri Fellini – Foto di Graziano Francesco Villa

Cari amici del Fellini Magazine vi porto dentro un racconto che è insieme visione, memoria e viaggio—quello che io e Graziano abbiamo vissuto nella Nuova Praga guidati da Paolo, guida italiana della United World Tour – https://freetourpraga.com/ – anima sensibile e raffinata, custode delle storie nascoste nei vicoli e nei silenzi della città.

Ecco il mio articolo, con la luce di Graziano sempre pronta a scattare l’essenza.

Praga – Zaha Hadid Mohammad – Masaryčkaorari – ©GrazianoVilla

C’è una Praga che non si mostra subito, che aspetta di essere letta tra le righe della pietra e dei respiri sospesi. È la Praga Nuova, quella che cammina accanto alla storia con lo sguardo verso il futuro, e che io e Graziano abbiamo esplorato passo dopo passo, guidati da Paolo—laureato in storia dell’arte, praghese d’adozione da dieci anni e voce sapiente tra le architetture e le cicatrici del passato


Piazza Venceslao: il cuore che batte

Praga – Piazza Venceslao – Museo Nazionale – ©GrazianoVilla

Siamo partiti da Piazza Venceslao, che più che una piazza è un viale monumentale: largo, solenne, vivo. La gente scorre come un fiume tra negozi, musei e ricordi. Paolo ci parla dei grandi movimenti che qui hanno avuto inizio, dalle manifestazioni del ’68 alla Rivoluzione di Velluto.

Praga – Piazza Venceslao – ©GrazianoVilla

Graziano è rapito, scatta le prime foto catturando non solo l’architettura, ma le vibrazioni della gente: volti, passi, incontri fugaci.


Lucerna e il ribaltamento del potere

Praga – Galleria Lucerna – ©GrazianoVilla

Entriamo nella Galleria Lucerna, dove il tempo si piega e si riflette nelle vetrate e negli specchi. E lì, sospesa sopra di noi, la statua dissacrante di San Venceslao seduto al contrario su un cavallo morto, firmata David Černý.

Praga – Galleria Lucerna_©GrazianoVilla

È ironia cruda, rovesciamento del potere, surrealismo in pieno centro. Io rimango immobile, mentre Graziano inquadra e cattura l’assurdo, la provocazione, l’anima dell’arte urbana che non chiede il permesso.


Una chiesa sospesa nel silenzio

Praga – Chiesa della Madonna delle Nevi – ©GrazianoVilla

Proseguiamo fino alla Chiesa della Madonna delle Nevi, un angolo di pace che sembra aprirsi dal nulla, nascosta e maestosa. L’interno ci accoglie con una luce verticale, che taglia il silenzio. Mi fermo, respiro.

Praga – Chiesa della Madonna delle Nevi – ©GrazianoVilla

Graziano gira attorno all’altare in punta di piedi. Le sue foto sembrano preghiere visive.


Il volto che gira e non smette di pensare

Praga – Statua di Kafka – scultore-David-Cerny – ©GrazianoVilla

Poi, il volto. Anzi, la testa rotante di Kafka, sempre firmata da David Černý. È un’immensa scultura meccanica che si muove incessantemente, scomponendo e ricomponendo i tratti dello scrittore boemo. Paolo ci racconta Kafka, non solo come autore, ma come simbolo di ciò che Praga era e forse ancora è: labirintica, lucida, inquieta.

Praga – Statua-diKafka – scultore-David-Cerny – ©GrazianoVilla

Io guardo il volto ruotare, Graziano scatta il momento in cui gli occhi si riallineano. “È il tempo che riflette se stesso”, sussurra.

Una panchina nella piazza più grande

Arriviamo a Karlovo Náměstí, la piazza più vasta della Repubblica Ceca. Ma non è solo dimensione: è respiro urbano, è quiete tra gli alberi. Io mi siedo su una panchina nel parco, ascolto le voci lontane, osservo i bambini correre. Paolo sorride, conosce il potere di questa pausa. Graziano mi fotografa mentre osservo, e so che in quello scatto ci sarà tutta la mia Praga interiore.


La cripta e il coraggio

E poi arriva il punto più toccante: la Cripta della Chiesa dei Santi Cirillo e Metodio. Qui si consumò l’atto finale dell’Operazione Anthropoid, composto dai paracadutisti cechi caporalmaggiori Jan Kubiš e Jozef Gabčík, il cui sacrificio servì ad uccidere il generale nazista delle “SS” Reinhard Heydrich.

La cripta è piccola, umida, intensa. Cammino in punta di piedi. I nomi incisi, le fotografie, le lettere. Paolo non parla molto qui, non serve. Graziano scatta in silenzio. Io trattengo il respiro.


La danza dell’architettura

Praga – La Casa Danzante di Frank Gehry e V.Milunic – ©GrazianoVilla

Come ultimo sguardo, ci accoglie la Casa Danzante, creazione visionaria di Frank Gehry. Sembra muoversi davvero, come una coppia che danza su uno spartito fatto di vetro e acciaio. È qui che Praga si lascia andare, gioca, osa. Io mi avvicino alla balaustra. “Guarda come ride,” gli dico. Graziano sorride e immortala la curva che non si lascia domare.

Praga -Masaryčka – di Zaha Hadid – ©GrazianoVilla

È così che Praga ci ha parlato. Con voci storte e dritte, con geometrie precise e provocazioni artistiche. Con Paolo come guida, con le immagini di Graziano come memoria viva, e con la mia penna pronta a raccogliere emozioni. Praga non si lascia definire. Si attraversa. Si sente. Si scrive.