
Testo di Francesca Fabbri Fellini – Foto di Graziano Villa
La luce di Fortuny e lo sguardo di Graziano
Non ero mai entrata al Museo Fortuny a Venezia.

Venezia-Museo-Fortuny-Palazzo-Fortuny-©GrazianoVilla
Eppure, varcare la soglia del palazzo Pesaro degli Orfei è stato come scoprire un mondo sospeso tra luce e memoria, tra invenzione e poesia.

Museo-Mariano-Fortuny_Venezia_uno dei famosi Lampadari di Fortuny_©GrazianoVilla
Accanto a lui, fin dagli inizi del Novecento a Parigi, vi fu Henriette Nigrin: compagna di sensibilità artistica, musa discreta e custode di un patrimonio che avrebbe segnato il destino del palazzo.
È un luogo che non potete perdere: ogni sala racconta la visione di Mariano Fortuny, artista poliedrico del Novecento, e la generosità di Henriette Nigrin, che volle donare questo spazio alla città affinché diventasse un centro perpetuo di cultura.

Museo Mariano Fortuny_Venezia_©GrazianoVilla
Entrare al Museo Fortuny di Venezia significa varcare la soglia di un sogno sospeso tra tessuti, invenzioni e memorie.
Nel palazzo Pesaro degli Orfei, Mariano Fortuny trasformò la sua vita in un laboratorio di bellezza: pittore, scenografo, inventore, fotografo, designer di moda e di tessuti, capace di rendere Venezia un crocevia di arti e sperimentazioni.

Museo-Mariano-Fortuny_Venezia_©GrazianoVilla
Mariano Fortuny, un visionario del Novecento
Mariano Fortuny y Madrazo (1871–1949) fu una delle personalità più poliedriche e geniali del secolo. La sua ricerca sulla luce e sul colore, i suoi celebri tessuti plissettati e le invenzioni scenografiche lo resero un artista totale, capace di fondere arte e tecnica in un’unica visione. Non si limitò a creare opere: concepì ambienti, atmosfere, esperienze. Il palazzo Pesaro degli Orfei a Venezia divenne il suo laboratorio, un luogo dove la pittura dialogava con la fotografia, la moda con l’architettura, la scenografia con la scienza.

Museo-Mariano-Fortuny_Venezia_©GrazianoVilla
La sua celebre lampada Fortuny, così come i tessuti e le invenzioni teatrali, testimoniano la sua capacità di anticipare linguaggi e tendenze che avrebbero segnato il Novecento.

Museo-Mariano-Fortuny_Venezia – la famosa lampada di Fortuny_©GrazianoVilla
La loro unione fu un dialogo costante tra invenzione e poesia, tra il gesto creativo e la cura silenziosa.
Quando Mariano si spense a 78 anni, fu Henriette a compiere un gesto di straordinaria lungimiranza: nel 1956 donò l’edificio al Comune di Venezia, con l’esplicita volontà che fosse “utilizzato perpetuamente come centro di cultura in rapporto con l’arte; il salone centrale al primo piano dovrà conservare le caratteristiche di ciò che fu lo studio preferito di Mariano Fortuny y Madrazo, con le opere, i mobili e gli oggetti che vi si trovano attualmente; l’immobile dovrà essere denominato Palazzo Pesaro Fortuny”, come recita l’atto notarile.
Grazie a questa scelta, la memoria privata si trasformò in patrimonio pubblico. E nel 1975 il museo aprì finalmente le sue porte al pubblico: da allora, cinquant’anni di mostre, incontri e sperimentazioni hanno reso il Fortuny un luogo vivo, un ponte tra epoche e linguaggi.
In questo contesto, le fotografie di Graziano assumono un valore speciale. Non sono semplici documentazioni di una visita, ma interpretazioni: il suo obiettivo coglie riflessi, trame, dettagli che dialogano con la luce che Fortuny inseguiva e che Henriette volle preservare. Ogni scatto diventa un contrappunto poetico al racconto, un modo di fissare la continuità tra passato e presente.
Il Museo Fortuny oggi è più che un museo: è un organismo vivo, un luogo dove la memoria si intreccia con l’innovazione. Le fotografie di Graziano restituiscono questa vibrazione, ricordandoci che Venezia non è solo custode di un patrimonio, ma palcoscenico di un sogno che continua.
Nel 1909, Fortuny segnò una svolta nel campo della moda con Delphos: un abito aereo, in seta finemente pieghettata che fluiva con eleganza sul corpo.
Francesca Fabbri Fellini & Graziano Villa – BIO
Francesca e Graziano: due “Life Travellers”, due esploratori instancabili in viaggio continuo alla ricerca della Bellezza e della Bontà nel mondo. Raccontano ciò che incontrano — persone, luoghi, natura — con uno sguardo curioso e incantato, guidati dalla meraviglia e da quella parte infantile che custodiscono gelosamente dentro di sé.
🎤 Francesca mette a frutto la sua lunga esperienza da giornalista nei principali network radio-televisivi, trasformandola in una sorta di “bastone da rabdomante” capace di intercettare con sensibilità storie, volti e tematiche che meritano di essere raccontati. Le sue interviste si concretizzano in testi e video straordinari — così dicono di lei — capaci di emozionare e far riflettere.
📸 Graziano, con decenni di esperienza nella fotografia professionale — ritratto, reportage, still life, moda — cattura l’anima dei personaggi e dei contesti con immagini evocative, poetiche e potenti. Ogni scatto è il riflesso della passione con cui interpreta il mondo.
✨ Insieme, formano un duo vibrante e complementare, sempre alla ricerca di storie che sappiano dare emozioni.

Graziano Villa e Francesca Fabbri Fellini – ©GrazianoVilla – Timbavati National Park – Southafrica

















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