di Anna Amendolagine

Il richiamo irresistibile del rock creava, a lui adolescente negli anni 70, le prime decisive emozioni. E un sogno. Quello di raccontare e condividere la sua passione per la musica attraverso la fotografia. Il sogno si avvera e diventa un modo di vivere, piuttosto che un lavoro, nei seguenti 50 anni di carriera di Guido Harari. Uno dei maggiori fotografi italiani, che non ha bisogno di presentazioni e a cui ora la città di Ancona dedica la prima mostra antologica. Come evidenzia Valeria Mancinelli, Sindaco di Ancona:

Una mostra che parla di incontro, di relazione, di rispetto e di affetto. E’ un bel segnale celebrare attraverso un grande fotografo il settore che, forse, ha maggiormente sofferto i morsi della pandemia. Quel settore dell’arte e dello spettacolo che nelle immagini di Harari mostra tutta la sua inesauribile potenza”.

RESTARE IN LUCE

Col titolo Guido Harari. Remain in Light, progetto dello stesso Harari a cura di Denis Curti, la mostra è ospitata nelle sale della Mole Vanvitelliana di Ancona, con un originale allestimento fino al 9 ottobre 2022.

©GUIDO-HARARI-Bob-Dylan

La mostra ripercorre i cinquanta anni da fotografo di Guido Harari e il titolo non poteva che essere ripreso dalla musica. Ovvero dal celebre disco dei Talking Heads, Remain in Light, che tradotto significa «Restare in luce». E che, guarda caso, è proprio quello che Harari dice ai suoi soggetti subito prima di scattargli una foto.

In esposizione ci sono oltre 300 opere tra fotografie a colori e in bianco e nero, installazioni, filmati originali e proiezioni. Splendidi lavori che ripercorrono tutte le fasi della sua eclettica carriera. Con la voce narrante dello stesso Harari, un’audioguida accompagna i visitatori lungo il percorso espositivo che si articola in otto sezioni. Poco a poco, le immagini e le sequenze inedite insieme a filmati d’epoca, videointerviste e il documentario di Sky Arte a lui dedicato, svelano i segreti del suo processo creativo.

Allestimento-mostra-©-Sandro-Lucentini

LA CAPSULA DEL TEMPO

Partendo dagli anni Settanta, la prima sezione della mostra accoglie il visitatore con la ricostruzione ideale della stanza di Harari, all’epoca ancora adolescente. Sulle pareti viene riproposta una rutilante iconografia delle sue passioni: poster, foto, riviste d’epoca, pagine di diario, copertine di dischi, autografi e memorabilia.

Si prosegue con gli esordi di Harari come fotografo e giornalista in ambito musicale. Il suo è uno sguardo privilegiato e molto ravvicinato sugli artisti ripresi prima, durante e dopo i concerti. L’apoteosi del palco, il volume al massimo e l’impatto col pubblico fanno salire l’emozione alle stelle!

Alla ricerca di un’intimità con le persone, ancor più che con i personaggi del rock italiani e internazionali, Harari descrive cosa succede nelle prove estenuanti, sul palco o negli squallidi backstage delle grandi tourné e dei festival. Lui stesso dichiara:

Molte di queste fotografie, compreso il ritratto di Laurie Anderson e Lou Reed che è l’immagine di questa mostra, sono improvvisate in pochi minuti nei frangenti più improbabili. Luci, sfondi, angolazioni di ripresa si rivelano inevitabili laddove spazio e tempo non consentono di meglio né di più. Ma tecnica e stile non sono mai state per me delle preoccupazioni. Ho previlegiato spesso e volentieri l’azzardo e l’incoscienza”.

©GUIDO-HARARI-Loredana-Bertê

La quarta sezione presenta un intenso reportage sul festival americano WOODSTOCK ’94 per commemorare i25° anniversario del festival originario del 1969, dove il pubblico la fa da protagonista assoluto. Può considerarsi una sorta di riflessione su quel che rimane dell’utopia musicale degli anni Sessanta.

I RITRATTI DEL CUORE

A metà della mostra esplode la serie dei ritratti veri e propri, scattati non soltanto ai musicisti del cuore, ma anche ai maggiori artisti e alle personalità del suo tempo. Tra questi spiccano i protagonisti della cultura e della società italiana, tra Novecento e Duemila, che lui fotografa quasi come fossero tutte rockstar. I ritratti rientrano nella dimensione del racconto intimo degli incontri dovuti sia a lunghe frequentazioni che a collisioni isolate.

Un intero spazio è riservato esclusivamente ad alcuni dei grandi fotografi che hanno ispirato Harari e che, per i motivi più diversi, gli sono rimasti dentro. Duane Michals, Richard Avedon, Sebastiao Salgado, Helmut Newton, Paolo Pellegrin, Steve McCurry, Letizia Battaglia, Ferdinando Scianna, Nino Migliori, Gianni Berengo Gardin, Mario Giacomelli. Sono colti con volti e sguardi come fasci di luce taglienti che emergono dal buio.

©GUIDO-HARARI-Madre-Teresa

FOTOGRAFARE SENZA MACCHINA FOTOGRAFICA

Negli ultimi 20 anni Harari, stanco della fotografia commerciale e dei ritratti di celebrities, si è messo in cerca di nuovi linguaggi. Si è pertanto indirizzato verso i reportage, ricerche e sperimentazioni inedite. Come scattare foto che lui chiama ‘d’azzardo’ o immagini di arte occasionale trovate sopratutto in natura. Come pure ha ceduto al fascino della postproduzione lavorando su fotografie vecchie e nuove. Racconta il fotografo:

Senza rendermene conto mi stavo inventando un ‘fotografare senza macchina fotografica’ : una passione che creò fin da subito dipendenza segnando un punto di non ritorno. Trovavo terapeutico calarmi in lunghi periodi di studio. Senza preavviso scoprii Alba e le Langhe. Wall of Sound Gallery è nata lì, come una piccola fabbrica di sogni dedicata all’immaginario della musica”.

La passione parallela alla macchina fotografica che Harari sviluppa nel frattempo va dalla curatela di libri e di mostre all’editing di testi, documenti e immagini; dal recupero e il restauro di archivi dimenticati al progetto grafico e alle biografie illustrate. Tra le quali merita ricordare quelle dedicate ai suoi oggetti d’affezione: Fabrizio De André, Fernanda Pivano, Mia Martini, Giorgio Gaber e Pier Paolo Pasolini.

Allestimento-mostra-©-Sandro-Lucentini_DSC02120

LA CAVERNA MAGICA

Al termine del percorso espositivo si trova la “Caverna Magica”, uno spazio in cui è stato allestito un set fotografico. Qui, in alcune giornate dedicate e previa prenotazione, i visitatori che lo desideravano potevano essere ritratti da Harari e ricevere una stampa Fine Art in formato cm. 30×42, firmata dall’autore. I ritratti realizzati sono poi stati esposti in tempo reale nello stesso ambiente. E, si badi bene, non hanno nulla da invidiare a quelli delle grandi star.

La mostra è promossa dal Comune di Ancona e La Mole, in collaborazione con Rjma progetti culturali, Wall Of Sound Gallery e Maggioli Cultura, col contributo dello sponsor principale MAN Truck & Bus Italia. Inoltre, per questa occasione, Rizzoli Lizard ha pubblicato un volume omonimo di oltre 400 pagine e 500 illustrazioni, di cui molte inedite.

Remain in Light è un turbinio di incontri, un caleidoscopio di personaggi, un susseguirsi dei momenti di una vita da osservatore di mestiere o per sensibilità. Ma è soprattutto la testimonianza di un viaggio personale durante il quale fotografare, secondo Harari, è una sfida all’impermanenza della vita. Sfida che il suo sguardo ha saputo cogliere e fissare con grande passione e forti sentimenti.

©GUIDO-HARARI-Gaber-Jannacci-&-Fo

E per concludere con le parole di Paolo Marasca, Assessore alla Cultura del Comune di Ancona:

Ci voleva un grande atto d’amore. E questa mostra […] è una immensa dimostrazione d’amore per il genere umano e per la sua massima espressione, la cultura, la musica, l’arte, la bellezza. Un tuffo nella gioia. Un gesto di fiducia.”

BIO Pop di Anna Amendolagine

ANNA-AMENDOLAGINE  – © Sandro Lucentini

Curatore indipendente, critico e giornalista vive e lavora tra Roma e Rimini. Ama stare a contatto con la natura, andare in bicicletta e portare il cane a spasso. Colore preferito il verde. La sua squadra del cuore è quella che gioca col cuore. Pratica estensivamente sia lo Yoga che la Dolce Vita.

La sua attività curatoriale comprende l’ideazione e la realizzazione di mostre, testi e cataloghi d’arte, rassegne ed eventi culturali in collaborazione con Istituzioni pubbliche e private sia in Italia che all’estero. La sua è una dieta a base di pittura, scultura, fotografia, video, istallazioni, performance. Va matta per la street-art.

Membro della giuria o del Comitato Scientifico in diversi concorsi artistici.

Giornalista pubblicista e Addetto ufficio stampa ha pubblicato numerosi articoli di arte e cultura su riviste cartacee e online.

Tifa per l’Europa e ha ricoperto il ruolo di Coordinatore Tecnico Europeo per due importanti progetti culturali dell’Unione Europea : PETRA e LEONARDO.