
di Francesca Maria Esmeralda Fabbri Fellini – Foto di Graziano Villa

Petrella Guidi – ©GrazianoVillla
Petrella Guidi, immerso nel cuore del Montefeltro, è il borgo del silenzio, un autentico balcone che si apre sulla Valmarecchia.
Questo antico borgo ha saputo preservare intatte le sue caratteristiche di roccaforte medievale, e passeggiare tra le sue stradine è come compiere un viaggio nel tempo.
Le abitazioni, costruite interamente in pietra, si intrecciano in un dedalo di vicoli acciottolati, creando un’atmosfera senza tempo.

Petrella-Guidi – ©GrazianoVilla
E’ il luogo ideale per abbandonarsi al silenzio, sedersi sulle panchine che conducono fino alla torre e catturare scorci indimenticabili con lo sguardo, immergendosi nelle suggestive vedute rinascimentali che evocano i paesaggi di Piero della Francesca.
Ai piedi della torre si trova un commovente tributo di Tonino Guerra a mio Zio Federico e alla zia Giulietta. Qui, nel cosiddetto “Campo dei Nomi”, un prato d’erba tranquilla accoglie lastre di marmo dedicate a questi due grandi artisti mondiali.

Giulietta Masina e Federico Fellini con l’Oscar 1958 per “Le Notti di Cabiria”
Lo Zio Federico confidandosi spesso con sua sorella Maddalena, mia mamma, le diceva : ‘Basterebbe una pietra rettangolare in un prato d’erba e magari una panca per chi vuole tenerci compagnia’.”

Petrella-Guidi – ‘Campo dei Nomi’ – ©GrazianoVilla
Trovo che il ‘Campo dei Nomi’ sia un santuario della memoria, un luogo in cui si celebra chi ha donato al mondo bellezza ed emozioni profonde.
La prima volta che ho scoperto questo borgo è stato grazie agli amici Benny Faeti e Tonino Guerra, quando nel 1994, alla presenza di Wim Wenders e Michelangelo Antonioni, è stato inaugurato proprio questo “Campo dei Nomi”, arricchendo Petrella Guidi di un nuovo spazio di riflessione e omaggio alla grande arte cinematografica.
Dal maggio dell’anno scorso, il borgo ha assunto un nuovo nome: Petrella delle Rose.

Petrella-Guidi – ©GrazianoVilla
Questo cambiamento è avvenuto in occasione dell’inaugurazione di un grande roseto dedicato a rose ibride, arricchendo ulteriormente il fascino del borgo.
Sono ben cento le varietà piantate, frutto di una ricerca accurata tra l’eccezionale patrimonio varietale di David Austin, maestro indiscusso nell’arte della creazione di rose.
Nella collezione del roseto spiccano varietà rare e ormai introvabili, come la raffinata Constance Spry, la delicata Charlotte e la romantica Abraham Darby. Questo giardino è diventato un nuovo simbolo del borgo, un luogo in cui la bellezza floreale si intreccia armoniosamente con la storia e la poesia che da sempre avvolgono questo borgo medievale.
Petrella Guidi ha inoltre conquistato il cuore di migliaia di persone, ricevendo ben 6.000 voti e guadagnandosi un posto tra i Luoghi del Cuore del FAI (Fondo Ambiente Italiano). Questo riconoscimento sottolinea il valore storico, culturale e paesaggistico del borgo, confermandolo come un luogo di grande fascino e suggestione, amato da chiunque lo abbia visitato.

Petrella-Guidi – ©GrazianoVilla
Io e Graziano nel corso degli anni siamo saliti spesso a trovare nel suo rifugio a Petrella Guidi l’amico Antonio Saliola, un pittore bolognese di grande sensibilità artistica, noto per la sua capacità di trasformare la pittura in poesia visiva.

Petrella-Guidi – il-Quasi-Orto di Antonio Saliola – ©GrazianoVilla
Petrella era un luogo che Antonio amava profondamente. Qui creò il Quasi Orto, un giardino che era un’opera d’arte vivente, un luogo di contemplazione e bellezza. Un giardino che raccontava una favola, suddiviso in otto stanze tematiche, tra cui la stanza della Pittura, dell’Accoglienza, dell’Orto e del Paesaggio. Adoro la sua pittura intrisa di magia e nostalgia, evocando atmosfere fiabesche e giardini incantati.

Petrella-Guidi_il-Quasi-orto_di-Antonio-Saliola_©GrazianoVilla_IMG_6093_2_1_2-watercol_1-w
Antonio era un artista romantico che sapeva trasformare la realtà in sogno.

Petrella Guidi – Antonio Saliola – ©GrazianoVilla
Un visionario scomparso nel marzo del 2024…..un caro Amico.
Perché scrivo di Petrella Guidi?

Concerto di mezza estate per la rassegna _In nome della rosa_2025
Perché ho ricevuto un invito dall’imprenditore bolognese Paolo Trento a partecipare, nel pomeriggio di sabato 19 luglio, ad un evento speciale ai piedi della Torre, “Fellini e Masina : Parole e Musica”, uno degli appuntamenti della rassegna di musica, danza e parole Il Nome della Rosa, dedicata alla moglie Gala.
Attratta da sempre dalla genialità dei visionari, ieri ho chiesto di incontrarlo di persona nella sua casa nel borgo che lo ha stregato nei primi anni ‘90.
Un dialogo intenso, quattro chiacchiere che si sono trasformate in una preziosa lezione di vita per tutti i giovani sognatori.
Trento è un imprenditore lungimirante che ha lasciato il segno nel mondo della moda fondando Mandarina Duck nel 1977 a Bologna. Oltre al successo nel campo degli accessori, Trento ha esteso la sua visione imprenditoriale a diversi ambiti, investendo nel settore turistico-alberghiero e nelle energie rinnovabili. Ha guidato la trasformazione di edifici storici in esclusive strutture di lusso, contribuendo alla riqualificazione di prestigiose locations dalle Marche alla Puglia fino alla Sicilia. Grazie alla sua capacità di prevedere le tendenze e di esplorare nuovi orizzonti, Trento si distingue come un imprenditore versatile e innovativo, sempre pronto a cogliere nuove opportunità.
D: Petrella Guidi è diventata Luogo del Cuore del Fai, Lei ha contribuito alla raccolta delle firme, è stato un lavoro che proviene da lontano?
R: Sì, questo è un percorso che proviene da un’esperienza siciliana, perché la torre che ho acquistato in Sicilia, una torre di avvistamento e difesa del 1500, la Torre di Manfria, sul Golfo di Gela è stata votata da 4.500 abitanti come torre del cuore. Perciò da lì, assieme al FAI di Caltanisetta, ho chiesto di mettermi in contatto col FAI di Rimini e poi assieme al sindaco di Sant’ Agata Feltria ci siamo incontrati e ho proposto Petrella Guidi come borgo del cuore. Loro l’hanno visitata e alla fine abbiamo iniziato questo percorso, un percorso che prevedeva la raccolta di 2500 firme e l’inserimento in una specie di concorso in cui poi il FAI sceglieva i borghi.
Le firme raccolte sono state 6000, siamo arrivati tra i primi in Emilia-Romagna, il FAI è stato ben felice di nominarci, borgo del cuore. Perciò il 19 di luglio ci sarà qui a Petrella
Guidi una rappresentanza del FAI di Rimini, ma anche dell’Emilia-Romagna per la consegna della targa.
Inizieremo anche delle attività assieme al FAI.

Veduta della Valmarecchia_©GrazianoVilla_IMG_5880
D: Lei ha sempre avuto una capacità straordinaria di anticipare le tendenze. Come nasce il suo approccio, visionario al business?
R: Sono una persona curiosa innanzitutto, che s’informa tantissimo e leggo molto. Sono fantasioso, ed amo scrivere. Un po’ dalla mia curiosità e dall’osservare quello che accade nel mondo nascono delle scelte. A volte sono indovinate, a volte meno indovinate. Fortunatamente, la maggioranza delle volte sono indovinate. Da queste scelte poi dopo nasce un sogno. Da un sogno dopo nasce un business e poi dopo da questo business viene costruito quello che è poi tutta la struttura per farlo vivere.
D: Se potesse dare un consiglio a un giovane imprenditore che vuole innovare oggi, quale sarebbe?
R: Beh, un consiglio è sicuramente quello di fare attenzione a tutto quello che ci circonda, cercare di non percorrere strade già viste, di uscire dalla massa, di andare contro corrente, di non avere paura, di rischiare e anche di non avere paura di sacrificarsi.
D: Crede che la bellezza sia un elemento chiave del successo imprenditoriale?
R: Assolutamente sì. L’ho sempre pensato. Bisogna circondarsi di cose belle: sapere apprezzare un fiore, sapere apprezzare il disegno di un mobile, l’architettura, un vestito. La bellezza ti arricchisce dentro, è qualcosa che ti illumina …….
La bellezza è una via luminosa. I giovani dovrebbero circondarsi di cose belle perché la bellezza può portare gioia, benessere e ispirazione.
D: C’è un paese che ha influenzato il suo modo di pensare il design?
R: Sì, la Russia. Da quando avevo 15 anni, sono appassionato alla storia russa, agli scrittori, alla musica e l’ho portato avanti durante tutta la mia vita, poi ho fatto un paio di viaggi in Russia uno nel 1975 e un altro nel 1988 e poi per una serie fortunata di situazioni nel 1991 ho conosciuto a Mosca una persona che mi ha introdotto nel mondo moscovita, era un’ italiano di Reggio Emilia che frequentava l’Unione Sovietica da 40 anni. Grazie a lui ho conosciuto tantissime persone, fino ad arrivare poi Gala che ho conosciuto a un matrimonio, un classico insomma lei era testimone dello sposo a Mosca ed io ero stato invitato. Gala divenne la mia seconda moglie, e insieme abbiamo avuto Alexander, che ora ha 25 anni. Tre anni fa, purtroppo, Gala ci ha lasciati, volando in cielo.
D: Lei oggi ha un nuovo marchio. Può raccontarci di cosa si tratta ?
R: Sì. Terminata l’attività di Mandarina Duck ( ho venduto la società nel 2008), ho iniziato un’attività nel settore dell’energia eolica che ho venduto nel 2022, dopodiché ho pensato di fare qualcosa che era solo un hobby, che era quello di arredare le case, ristrutturarle per me. Ed allora ho pensato potrei farlo come attività, perciò ho comperato una masseria in Puglia da ristrutturare, una torre a Gela in Sicilia da ristrutturare, un baglio in Sicilia, in un posto magnifico all’interno di un’oasi, tutti questi edifici sono pronti da riportare alla vita, quindi, di ridargli la bellezza che avevano.
Per poi dopo iniziare un’attività di affitto di queste proprietà, con un ‘villa manager’, ed un team di personale di servizio : cuoco, cameriere, giardiniere insomma tutto quello che occorre per assicurare che gli ospiti abbiano una piacevole esperienza, rispondendo alle loro esigenze e fornendo assistenza. Ho fatto un marchio che unisse tutte queste proprietà, adesso ne ho comprate altre e ho pensato di chiamarlo con il nome di mia moglie : ‘Le case di Gala’. La grafica del marchio è un disegno che riprende le quattro lettere iniziali del suo nome nel lettering russo.
D: La nuova sfida è quindi nell’ospitalità, nel far rivivere vecchie dimore ?
R: Esatto. Ha sempre a che fare però col design e con la bellezza.
D: Cosa vede nel futuro del design?
R: Penso che sicuramente il design ha ancora un grande futuro. L’Italia è un leader nel design, perciò proseguirà su questa strada. I giovani stanno mostrando un crescente interesse per il design, attratti dalla creatività e dall’innovazione che lo caratterizzano. Questo entusiasmo si riflette nell’attenzione verso i fornitori di mobili, lampade e complementi d’arredo, segnando una tendenza che promette un futuro luminoso per il settore.
D: Quando è salito per la prima volta a Petrella Guidi ?
R: Sono venuto a trovare l’amico Antonio Saliola all’inizio degli anni novanta.
La prima volta non mi era piaciuta. Poi ci sono tornato, con mia moglie Gala, che avevo conosciuto a Mosca nel novembre del ‘91. E insieme abbiamo scoperto che ogni ora del giorno rivelava qualcosa di nuovo e ci faceva innamorare non solo del borgo, ma anche della bellezza fugace di ogni momento. E io che ero venuto come ospite, ho comperato una casa che è questa e poi ne ho comprata un’altra, poi una terza fino a che ne ho comprate 4-5 per metterle tutte insieme. Ed è stato un qualcosa che man mano mi è cresciuto dentro fino a che è diventato il mio luogo dell’anima. Il silenzio di Petrella Guidi era per me una culla invisibile, che accoglieva chi entrava e mi accompagnava in un viaggio fuori dal tempo e dallo spazio. Petrella è un luogo dove l’anima riesce a respirare liberamente, lontana dalle distrazioni e dai pensieri quotidiani.
Stavo qui assieme a mia moglie e agli amici e mi dimenticavo di tutto.
La mia casa a Petrella era una struttura ricettiva per gli amici. Avevo creato una bella condivisione di case dove si poteva stare a contatto con la natura e nello stesso tempo essere tra virgolette degli splendidi privilegiati.

Petrella-Guidi – ©GrazianoVilla
D: Che uomo è oggi Paolo Trento?
R: Sai, sono sempre in cerca di quello che sembra irraggiungibile. È sempre stato nel mio modo di essere. Credo fermamente che siano i sogni a spingerci oltre, a darci la forza di andare avanti.
D: Che cosa vorrebbe vedere oggi in Italia ?
R: Credo che l’Italia stia attraversando un percorso simile a quello del resto d’Europa. Noi italiani non siamo né superiori né inferiori agli altri, anche se, forse, oggi possiamo considerarci tra i migliori. Guardando al contesto globale, mi ritengo soddisfatto di ciò che siamo. Ribadisco con convinzione che nascere in Italia è un grande privilegio. Tuttavia, viaggiare è fondamentale: solo conoscendo il mondo si può davvero comprendere.
D: Quale paese potrebbe offrire le migliori opportunità di crescita e formazione per un giovane desideroso di fare esperienza?
R: Oggi il cuore pulsante del mondo è l’Asia. Cina, Vietnam, Indonesia, India: lì si costruisce il futuro, lì si concentrano energie, idee e trasformazioni. È il nuovo mondo, il centro di una rivoluzione che ridefinisce equilibri e prospettive.
Il nostro mondo, invece, sta attraversando la sua fase conclusiva, lentamente ma inesorabilmente. Continuiamo a mantenerlo vivo, a preservarne valori e conquiste, ma il ciclo si compie. Dopo secoli di espansione, di conquiste e di conflitti, dopo 500 anni di dominio e trasformazioni profonde, il nostro tempo volge al termine. Ora è un’altra epoca a prendere forma, con nuove potenze e nuovi protagonisti. Il futuro appartiene a chi sa adattarsi, a chi sa guardare avanti senza paura.
D: Fra pochi mesi, l’8 di settembre, compirà 79 anni, una tappa importante, un viaggio lungo e pieno di storie. Se guarda indietro, come si definirebbe ?
R: Imprenditore, sognatore, architetto mancato. Penso di aver vissuto una vita bellissima.
Ho scritto un libro solo per i miei 4 figli sulla mia famiglia. Sulla copertina un ritratto di mia madre
S’ intitola ‘12 dicembre 2065’, che è il giorno in cui muoio. A 115 anni, perciò mi sono preso dello spazio.

Paolo Trento
Voglio esprimere la mia gratitudine a Paolo Trento, uomo discreto che rifugge i riflettori, per avermi accolto nella sua casa e nei suoi ricordi, lasciandomi attraversare il cancello della sua memoria sotto il vento caldo di un pomeriggio a Petrella Guidi.
Sul web non troverete interviste né fotografie che lo riguardano. Per questo mi considero una privilegiata: aver ascoltato la sua voce, i suoi pensieri, il racconto di una vita vissuta lontano dalla ribalta, ma profondamente radicata nelle scelte fatte.
Con un sorriso gli ho ricordato che il mio primo zaino è stato l’ “Utility” della Mandarina Duck, grigio, e da quel dettaglio si è aperto un dialogo sulle sue visioni, sui suoi investimenti, sulla sua idea di dare nuova vita a luoghi dimenticati.
Acquistare una torre di difesa dimenticata, una masseria da ristrutturare, un baglio immerso in un’oasi protetta… Non è solo un investimento. È un atto d’amore. È una promessa fatta alle pietre che hanno visto scorrere il tempo e ai soffitti che hanno ascoltato i sussurri del vento. È risvegliare muri addormentati, ridare voce a stanze che hanno custodito segreti, restituire dignità a luoghi che un tempo respiravano vita e ora aspettano mani capaci di rianimarli.
È permettere al sole di accarezzare di nuovo i cortili, alle ombre di raccontare nuove storie, al mare, agli ulivi, al vento di trovare ancora qualcuno a cui sussurrare il loro canto.
Sarà viaggio. Sarà accoglienza. Sarà un ritorno a casa, anche per chi quella casa non l’ha mai avuta.
Un sogno che si fa pietra, tufo, legno scolpito dal tempo. Un rifugio per viandanti in cerca di radici, di verità, di infinito.
Grazie, Paolo. Per la sua generosità silenziosa, per le parole condivise senza clamore, per aver aperto le porte del tuo mondo con la semplicità di chi sa che la bellezza, spesso, sta nell’essere nascosti.
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