A Sant’Agata Feltria ho deciso di incontrare Lorenzo Boldrini, tartufaio e imprenditore, per farmi raccontare da vicino un mestiere antico e affascinante.
La cerca e cavatura del tartufo in Italia, riconosciuta nel 2021 come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO, è molto più di una tradizione: è un gesto che custodisce il legame profondo tra uomo e natura.
Testo di Francesca Fabbri Fellini – Foto di Graziano Villa

Sant’Agata Feltria_Lorenzo Boldrini Tartufo Nero Estivo_©GrazianoVilla
D: Lorenzo cosa ti ha spinto a diventare tartufaio?
R: Pur essendo di Sant’Agata Feltria, non ero un tartufaio. Poi un giorno è successo: ho incontrato il Tartufo ed è stato, come si dice, amore a prima vista. Da lì è nato un legame profondo che, col tempo, è diventato il mio mestiere e la mia professione
D: Cosa provi quando trovi un tartufo?
R: È un’emozione pura. Il cane lo fiuta e ci guida su un terreno che già profuma di tartufo, anche se noi ancora non lo vediamo. Ce lo immaginiamo subito: grande, dorato, perfetto. Ma la vera meraviglia è nella ricerca, nell’attesa. Ci avviciniamo con delicatezza, annusando le zolle di terra una a una, cercando di non danneggiarlo. E poi, finalmente, lo scopriamo: lì, nascosto, come un tesoro

Sant’Agata Feltria_Lorenzo Boldrini Tartufo Nero Estivo_©GrazianoVilla
D: Cosa diresti a un giovane che vuole intraprendere questa strada?
R: Tutto deve nascere da un sentimento autentico, che non ha nulla a che vedere con l’interesse economico. È il rispetto per l’ambiente che guida ogni passo: adottare un approccio responsabile, rispettare gli orari e le normative di raccolta, muoversi con attenzione e gratitudine nel mondo naturale. Solo così si può vivere questa esperienza in modo vero, in armonia con ciò che ci circonda.
D: Tu sei tartufaio e nello stesso tempo imprenditore nel tuo negozio a Sant’Agata Feltria. Qual è il prodotto più amato dai tuoi clienti ?
R: Il burro al tartufo bianco è un vero prodotto della tradizione, nato per permetterci di gustare il tartufo bianco tutto l’anno. È fatto solo con burro e scaglie di tartufo bianco, proprio come lo preparavano le nostre nonne. Racconto spesso questo aneddoto: a casa nostra, anche a Pasqua—fuori dalla stagione del tartufo—non mancano mai le lasagne al tartufo, perché abbiamo preparato in anticipo questo burro prezioso. È un prodotto che ci sta a cuore, che vogliamo far conoscere e promuovere, perché racchiude sapore, memoria e rispetto per la tradizione

Sant’Agata Feltria_Lorenzo Boldrini_©GrazianoVilla
D: Come scegli i tartufi da mettere in vendita nel tuo negozio ?
R: Io mi gioco il jolly, oltre a tutta una serie di normative che prevede la legge sulla tipologia di tartufi da mettere in vendita, mia moglie Loretta è figlia di tartufai, un naso finissimo e lei che mi fa la selezione finale di tutti i tartufi prima di metterli in vendita, quindi diciamo che ho questa doppia selezione.
D: Come nasce un prodotto al tartufo? Il burro, l’olio, il formaggio ?
R: Quando creiamo un prodotto al tartufo, come il burro, l’olio o il formaggio, partiamo sempre dalla tradizione. Selezioniamo con cura le migliori materie prime, privilegiando ingredienti con pochissimi allergeni e tenendo conto anche delle nuove tendenze del mercato. Ogni anno lavoriamo per aumentare la concentrazione di tartufo nei nostri prodotti, perché vogliamo che chi li assaggia percepisca davvero il gusto e il profumo autentico che noi viviamo ogni giorno
D: Arriva uno straniero a Sant’Agata Feltria, non ha mai provato e mangiato il tartufo Cosa gli consigli nella vendita a questo cliente ?
R: C’è una netta distinzione tra chi ama il tartufo, ne è completamente rapito e lo mangerebbe a ogni pasto, e chi invece fatica ad apprezzarne il profumo intenso e penetrante. Sono pochi, però, quelli che resistono: la maggior parte viene attratta dal nostro negozio ancora prima di vedere la vetrina, proprio dal profumo che si sprigiona. È lo stesso profumo che nel bosco il tartufo usa per farsi trovare. E una volta che il cliente è conquistato—magari con un piccolo assaggio o un primo piatto come una tagliatella al tartufo il gioco è fatto.

Sant’Agata Feltria_Lorenzo Boldrini_Tartufo Bianco Pregiato_©GrazianoVilla
D: Come si addestra un cane alla cerca del tartufo ?
R: Il mio amore per il tartufo è profondo e intrecciato con tanti aspetti, ma uno dei più speciali è il legame con i cani. La legge impone l’uso di cani addestrati, capaci di trovare tartufi maturi rispettando il territorio. Con loro si crea una simbiosi straordinaria: si parte spesso dai lagotti romagnoli, ma ogni cane ha la sua storia, e alcuni si appassionano alla ricerca per puro piacere. L’addestramento comincia prestissimo, con premi speciali che associano il profumo del tartufo a un cibo unico, diverso da quello quotidiano.
I cani vengono abituati fin da piccoli a cercare il profumo del tartufo associandolo a ricompense golose. Crescendo, il legame con il tartufaio si rafforza fino a diventare così profondo che, da adulti, i cani non hanno più bisogno di premi: conoscono i luoghi e anticipano persino il tartufaio nella ricerca.

Sant’Aagata Feltria_Tartufo Bianco_©GrazianoVilla
D: Il mese di ottobre dopo la ferma è il periodo migliore per la cerca del tartufo bianco pregiato. Ci sono delle zone segrete nei boschi di Sant’Agata per la cerca?
R: Assolutamente sì. Mio suocero è tartufaio da sempre, ma ancora non mi ha portato con sé nel bosco, nonostante il legame ormai consolidato. Vive per questa passione: sta male nove mesi all’anno e guarisce miracolosamente a ottobre, pronto a ripartire con qualche iniezione di ozono. Per lui non è una questione economica, ma il desiderio profondo di mantenere viva una tradizione.
D: Hai mai trovato un tartufo da record?
R: Non l’ho trovato io personalmente, ma mi è capitato un episodio davvero particolare. Un tartufaio, dovendo rientrare in fretta per un appuntamento, ha preso una strada diversa dal solito… e lì, quasi per caso, si è imbattuto in un tartufo da 800 grammi. Per lui è stato un evento eccezionale, non ne aveva mai trovato uno così grande. E anche per me: era la prima volta che vedevo un tartufo di quelle dimensioni. Era talmente emozionato che mi ha chiamato subito, quasi tremava dalla gioia, voleva condividere quel momento e capire insieme cosa aveva appena scoperto e quanto avrebbe monetizzato.

Sant’Agata-Feltria_Lorenzo-Boldrini_©GrazianoVilla
D: Com’è cambiata la figura del tartufaio?
R: Il mondo del tartufo sta cambiando: oggi, grazie agli strumenti digitali, i cercatori inviano subito foto ai commercianti per valutare il valore del ritrovamento. Un tempo si aspettava il passaggio del commerciante, conservando i tartufi in scatole di scarpe. Ora il processo è più rapido e dinamico, con trattative immediate. È un’evoluzione inevitabile, e chi vuole restare nel gioco deve sapersi adattare.

Sant’Agata-Feltria_Lorenzo-Boldrini_©GrazianoVilla
D: Domenica 5 ottobre comincia la quarantunesima edizione della fiera nazionale. Che cosa significa per te partecipare a questa fiera, Lorenzo?
R: Essere di Sant’Agata Feltria e dedicarmi a questo lavoro è un grande privilegio. Mi preparo con cura per accogliere le migliaia di persone che arrivano alla Fiera, soprattutto in queste splendide “ottobrate”, quando l’autunno regala colori tenui, profumi di castagne, funghi e tartufi. È un momento magico, e offrire un’esperienza memorabile è fondamentale, perché chi viene una volta… spesso torna.

Sant’Agata-Feltria_Lorenzo-Boldrini_©GrazianoVilla
D: Qual è il modo migliore per gustare il tartufo ?
R: La mia stazza tradisce il buon appetito, e il gusto per il tartufo nasce con la classica tagliatella al burro e tartufo bianco: semplice, genuina e perfetta anche da preparare in casa. È il piatto che consigliamo più spesso ai clienti. Le uova sono un altro abbinamento ideale, ma c’è spazio anche per chi vuole sperimentare con pesce o carne, seguendo i propri gusti.

Sant’Agata Feltria_Lorenzo Boldrini_Tartufo Bianco Pregiato_©GrazianoVilla
D: Come si conserva una volta che l’abbiamo acquistato il tartufo fresco nel modo migliore a casa?
R:Il consiglio è di consumare il tartufo bianco il prima possibile. Lo vendiamo in contenitori ermetici, avvolto in carta e da conservare in frigorifero. Va spazzolato solo al momento del consumo, per preservarne al meglio aroma e freschezza.
D: Ringraziandoti per questa bella chiaccherata ti chiedo : per Lorenzo Boldrini il tartufo è ?
R: Mi è rimasta impressa una definizione che trovo davvero efficace: il tartufo è una sentinella ecologica. Cresce solo dove l’ambiente è perfettamente equilibrato. Basta una minima alterazione delle condizioni ideali e smette di prosperare. È come se ci indicasse, silenziosamente, lo stato di salute del territorio.
Con Lorenzo Boldrini abbiamo attraversato le radici profonde di un mestiere antico, fatto di pazienza, intuizione e rispetto per la terra.
Sant’Agata Tartufi non è solo un’azienda: è un presidio di cultura, un luogo dove il tartufo racconta la salute di un ecosistema e il valore di un territorio.

Sant’Agata-Feltria_Lorenzo-Boldrini_©GrazianoVilla
Francesca Fabbri Fellini & Graziano Villa – BIO
Francesca e Graziano: due “Life Travellers”, due esploratori instancabili in viaggio continuo alla ricerca della Bellezza e della Bontà nel mondo. Raccontano ciò che incontrano — persone, luoghi, natura — con uno sguardo curioso e incantato, guidati dalla meraviglia e da quella parte infantile che custodiscono gelosamente dentro di sé.
🎤 Francesca mette a frutto la sua lunga esperienza da giornalista nei principali network radio-televisivi, trasformandola in una sorta di “bastone da rabdomante” capace di intercettare con sensibilità storie, volti e tematiche che meritano di essere raccontati. Le sue interviste si concretizzano in testi e video straordinari — così dicono di lei — capaci di emozionare e far riflettere.
📸 Graziano, con decenni di esperienza nella fotografia professionale — ritratto, reportage, still life, moda — cattura l’anima dei personaggi e dei contesti con immagini evocative, poetiche e potenti. Ogni scatto è il riflesso della passione con cui interpreta il mondo.
✨ Insieme, formano un duo vibrante e complementare, sempre alla ricerca di storie che sappiano dare emozioni.

Graziano Villa e Francesca Fabbri Fellini – ©GrazianoVilla – Timbavati National Park – Southafrica
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