di Veronica Crescente
Un sogno, quello di raccontare la vita, le sue sfaccettature, le riflessioni che ne derivano con la luce di una macchina da presa. Questo è il lavoro del regista, che tanto fascino suscita in coloro che lo osservano. Perché? Me lo sono sempre chiesta. Credo però in fondo che quella luce sia in grado di porre sul piano dello straordinario l’ordinario delle nostre vite. E per quanto l’ordinario sia qualcosa di prezioso nella quotidianità intrisa di realtà, ogni tanto è bello sognare cedendo allo straordinario. Anche perché non di rado funge da lente di ingrandimento su aspetti della nostra esistenza che, troppo spesso, diamo per scontati o semplicemente ignoriamo in quanto distratti dalla frenesia dei nostri giorni. E quel sogno Leonardo Severino è riuscito ad abbracciarlo con tenacia, passione e tanta buona volontà.
Dopo l’uscita nel 2023 del cortometraggio Bianca girato a Gardone Riviera sulla sponda bresciana del Lago di Garda ora il regista sta per terminare un nuovo cortometraggio dal titolo Let The Light In.

L’idea di questo corto è nata in maniera curiosa….
«Nasce da un’immagine: un bambino che guarda dentro l’acqua e vede una luce che lo attira. Volevo qualcosa di semplice, qualcosa d’atmosfera. E poi mi interessava ragionare su come ricordare le cose da bambini. Magari eventi piccoli, normali. Ma li portiamo dietro come se fossero enormi, deformati, pieni di presentimenti. Crescendo non si capisce più se è successo davvero o se ce lo siamo inventati».

Dopo Bianca girato sul lago di Garda, Let The Light In sulle sponde del lago di Castel Gandolfo. Un caso o un particolare amore per le sponde lacustri?
«Direi che immancabilmente mi ci ritrovo, non che li cerco. I laghi hanno un’energia sospesa che mi attira. Ti mettono in uno stato di ascolto. Sono luoghi dove sembra non succedere niente, ma in realtà tutto si muove».
Il tema della crescita è centrale, in che modo viene raccontato?
«Attraverso lo sguardo. Il bambino del film non cambia in modo esplicito, ma succede qualcosa nel modo in cui guarda il mondo, ciò che accade intorno a lui, la sua famiglia. È una rottura minuscola ma definitiva. Cose che da piccoli non sappiamo spiegare ma che ricordiamo per anni».

Qual è il messaggio?
«Non c’è un messaggio chiaro. Mi piacerebbe che ognuno trovasse il suo. A volte bisogna solo lasciare entrare la luce, anche quando non capiamo cosa sia. Volevo parlare di morte e rinascita come due cose che si inseguono. La morte fa parte della vita. Cercare la luce, a volte, vuol dire anche attraversare qualcosa che finisce e magari restarci dentro. Non mi piacciono gli assoluti, comunque. La distribuzione nazionale e internazionale sarà a cura di Punxfilm. Per cui sarà visionabile a festival, rassegne, cinema all’aperto. E magari approderà su piattaforme streaming, italiane o estere».

Veronica Crescente – BIO

Giornalista pubblicista, ha conseguito la laurea magistrale in Editoria e Giornalismo all’Università degli Studi di Verona discutendo la tesi “La donna nel cinema di Federico Fellini: musa tra sogno e realtà”.
Attratta dalla parola scritta fin da quando sedeva sui banchi di scuola, considera foglio e penna dei formidabili compagni di viaggio.
Non le piace fermarsi alla superficie, per questo ama cogliere l’essenza più vera delle persone e delle cose delle quali si circonda, convinta che non solo “la bellezza salverà il mondo” ma che anche la gentilezza disinteressata, la sana curiosità e un pizzico di Rock and Roll possano contribuire ampliamente alla causa.




 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				 
				
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