
A Praga per rendere omaggio a mio zio Federico Fellini, il Genio che incanta ancora i giovani
Federico Fellini non è solo un regista leggendario, ma un visionario che ha ridefinito il cinema, trasformandolo in un’arte capace di dialogare con la moda, la grafica, la fotografia, il design e la comunicazione.
La sua opera è più attuale che mai, soprattutto per i giovani creativi che oggi cercano nuovi linguaggi per esprimersi.
Fellini ha sempre sfidato i confini del realismo cinematografico, creando mondi sospesi tra sogno e realtà.
Ogni inquadratura di Fellini è pensata come un’opera d’arte: simmetria, prospettiva, gioco di luci e ombre.
Oggi, nell’era digitale, l’eredità di mio zio Federico è più presente che mai: le sue immagini oniriche ispirano l’universo della pubblicità, del branding e delle installazioni artistiche. Il concetto di “felliniano” è diventato un aggettivo che definisce tutto ciò che è surreale, poetico, esagerato.
I creativi di oggi possono attingere alla sua sensibilità per costruire esperienze immersive, combinando video, moda, design e storytelling.
Federico Fellini continua a dialogare con noi, con il suo linguaggio senza tempo che unisce diverse forme d’arte.
Per i giovani delle Accademie che esplorano la moda, la grafica, la fotografia, il design e la comunicazione, il suo cinema è un manuale di creatività infinita.
Perché, come lui stesso diceva, “l’unico vero realista è il visionario ”.
Lo scorso 12 e 13 giugno sono stata invitata all’Istituto Italiano di Cultura di Praga ( sede che con i suoi 100 anni è la capostipite della rete degli Istituti) ad una rassegna cinematografica dedicata all’universo creativo di Fellini per la presentazione di 8 cortometraggi e ½ e due documentari.

Praga – Istituto Italiano di Cultura – Sede
Un tributo profondo a una delle menti più visionarie della settima arte, in un contesto capace di unire memoria, sperimentazione e freschezza giovanile.
Vorrei chiarire fin da subito che la mia presenza non era dettata unicamente dal mio legame di sangue — sì, sono l’ultima erede del Maestro per discendenza diretta — ma anche dal mio coinvolgimento attivo in uno dei progetti proiettati in programma: Fellini and Beyond, un documentario realizzato con passione dagli studenti del Poliarte di Ancona con la regia di Francesco Gallo. Un lavoro che mette in dialogo le poetiche visionarie di Federico Fellini, David Lynch e Wes Anderson, esplorando l’alchimia che ciascuno ha saputo creare tra immaginazione e linguaggio cinematografico. Ricordo con emozione l’incontro con questi giovani studenti nell’aprile scorso, nel giardino del Grand Hotel di Rimini, lo stesso hotel intriso di memorie felliniane. Lì abbiamo girato la mia intervista, che loro hanno poi montato con grande cura e sensibilità.
Il tempo è volato tra i miei racconti sul mio ‘zio Chicco’, come lo chiamavo solo io, mentre loro — con gli occhi lucidi — ascoltavano in un silenzio carico di rispetto e meraviglia.

Federico-Fellini al Grand Hotel di Rimini – ©Davide-Minghini_Biblioteca-Civica-Gambalunga
È stato un momento di scambio sincero, che ha unito generazioni nel nome dell’arte e della narrazione.
Durante le serate praghesi, è stato proprio Fellini and Beyond ad aprire il programma il 12 giugno, seguito dal mediometraggio in quattro episodi Torna, resta. Il giorno successivo, il pubblico ha potuto assistere a una varietà di opere — tra animazioni, cortometraggi e documentari — tutte ispirate al mondo onirico e visionario del grande regista riminese.
Mi è piaciuto molto il documentario Amarfellini, firmato LABA, un viaggio che racconta cosa resta oggi ai giovani del messaggio felliniano: suggestioni, valori, riflessioni, approfondite e indagate sotto forma di inchiesta romanzata che dà volto e voce agli allievi tramite una serie di interviste video. Figura narrante, Shen Yanjun, detta Irene, iscritta di origine cinese che traghetta il pubblico in una sorta di cammino di consapevolezza. Quello che viene fuori è un percorso di crescita, che porta gli studenti da un iniziale “smarrimento” a un grado di conoscenza maggiore, fino a un vero livello di fascinazione nei confronti di Fellini e del suo lavoro, straordinariamente moderno. Il progetto – frutto di otto mesi di lavoro, tra riprese e montaggio è stato realizzato sotto la guida della professoressa Veronica Citi che ne ha curato la scrittura e la regia.
Questa tappa fa parte del Grand Tour AFAM, https://grandtourafam.it/ un progetto internazionale promosso dalla Rome University of Fine Arts (RUFA) per valorizzare la creatività italiana nel mondo.
Tra le realtà coinvolte oltre RUFA, c’erano Poliarte di Ancona , Accademia LABA di Firenze, e Saint Louis College of Music.
Il coordinatore scientifico Grand Tour Afam, è l’architetto Fabio Mongelli, la direzione artistica del Festival Fellini è stata curata dal prof. Raffaele Simongini, mentre la coordinatrice per l’internazionalizzazione Grand Tour Afam è la storica e critica d’arte Genny Di Bert.
Un’iniziativa corale che ha coinvolto 14 istituzioni AFAM, enti pubblici come il CNR e la Sapienza, il Comune di Rimini, il MAECI e Confindustria – Giovani Imprenditori.
L’organizzazione dell’evento praghese è avvenuta grazie alla collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura diretto dalla dott.ssa Marialuisa Pappalardo e al patrocinio dell’Ambasciata d’Italia a Praga, con il sostegno della Fondazione Eleutheria.
Essere parte di questo mosaico di esperienze, non solo come testimone familiare ma anche come protagonista di un’opera collettiva, è stato per me un privilegio e un’emozione che porterò nel cuore. Federico continua a parlare attraverso chi crea, sogna e crede nel potere visionario del cinema.

Praga – Istituto Italiano di Cultura – ©GrazianoVilla_IMG_20250612_181532-w
Durante la mia permanenza all’Istituto Italiano di Cultura di Praga, ho avuto modo di visitare, nella suggestiva Cappella Barocca, la mostra “Buratto, fili e bastoni”, con oltre 250 marionette, burattini e pupi provenienti dalla preziosa collezione Zanella/Pasqualini del Museo di Budrio.
Un’esposizione magica, accompagnata da teatrini storici e scenografie rare, che ripercorre quattro secoli di teatro di figura italiano.
Mentre camminavo tra quei visi di legno, sentivo che mi sussurravano: “Ma dov’è lo zio Federico?” — come se anche loro, da sempre, lo amassero.

Francesca-Fabbri-Fellini – ©GrazianoVilla
Come ha sottolineato la direttrice dell’Istituto, Marialuisa Pappalardo, questa mostra è un dialogo culturale ideale con il pubblico ceco, in un Paese che ospita la sede dell’UNIMA – l’Unione Internazionale delle Marionette – e dove il teatro di figura è parte viva di una tradizione artistica raffinata e condivisa.

da sx: Marco Maria Cerbo – Francesca Fabbri Fellini – Maria Luisa Pappalardo – Genny Di Bert – Fabio Mongelli
Chi è Francesca

Francesca Fabbri Fellini
Francesca Fabbri Fellini è nata a Bologna nel 1965 sotto il segno dei Gemelli, ascendente Bilancia. Da quel giorno è scritto nelle stelle che sarà curiosa, dotata di grande senso dell’umorismo, del teatrale, di doti comunicative e una grandissima simpatia.
Alla continua ricerca di stimoli intellettuali.
La sua professione da grande?
Avrà a che fare con il mondo della parola.
A Bologna, il 6 giugno del ‘65, il giorno del suo battesimo, i suoi genitori, Maria Maddalena Fellini e il dott. Giorgio Fabbri scelsero come padrino lo zio Federico Fellini e come madrina la zia Giulietta Masina.
Lo zio ‘Chicco’, come lo chiamava lei, le insegnò sin da piccola che esistono due vite: quella ad occhi aperti e quella ad occhi chiusi.

F.Fellini e G.Masina_battesimo al battesimo di Francesca
Da emiliano-romagnola è dotata di coraggio personale, laboriosità, vivo senso dell’ospitalità, carattere franco, aperto e allegro. Si diploma al Liceo Linguistico.
A 23 anni dopo la laurea in Lingue e Letterature Straniere si trasferisce a vivere a Roma dove la sua vita si svolgerà sino al 2006, anno del ritorno a Rimini dove ad oggi vive e lavora.
Nel 1987 ha firmato la sua prima scrittura in video con la Rai, per il programma “Muoviamoci” su Rai Due, con Sidney Rome, ben 180 puntate. Dopo questa esperienza, ha firmato molti altri contratti con la Rai, con la qualifica di scrittura in video.
Dal 1999 al 2006 è stata una delle inviate de “La vita in diretta”, lo storico contenitore pomeridiano in onda sulla Rai dal 1991.
Ha lavorato con celebri autori televisivi come Michele Guardì, Enza Sampò, Giovanni Minoli, Daniel Toaff, Licia Colò.
La televisione le piace molto, ma il cinema è da sempre nel suo Dna (si definisce “cresciuta a cinema e tortellini”) : tra il 1993 e il 1997 ha collaborato con il network radiofonico RTL 102.5, occupandosi proprio di cinema, e grazie a questa esperienza è diventata giornalista professionista nel 1997.
Dal 2004 al 2006 ha firmato e condotto sempre sul network radiofonico RTL la trasmissione “Asa NIsi MAsa – L’ANIMA del cinema” che prendeva il nome dalla frase magica ripetuta da Guido/Mastroianni, protagonista di “Otto e mezzo” di Fellini.

Alfie, Francesca e Graziano
Dal 2009, dopo l’incontro con il fotografo Graziano Villa (compagno di vita e di lavoro) si occupa della curatela delle sue mostre fotografiche, dall’ideazione alla realizzazione finale. Gestisce e organizza il portfolio del Villa, presentandolo a gallerie e festival. Elabora progetti di mostre fotografiche, scrive comunicati e gestisce la comunicazione dell’evento in maniera autonoma, conoscendo anche le tecniche di illuminazione ed allestimento utili per le esposizioni.
“La Fellinette”, così la chiamava lo zio Federico,(disegnandola a pastelli in un foglio di quaderno), ama la buona tavola, il cinema, il teatro, la radio, i libri, la fotografia, i fiori e soprattutto fare lunghe passeggiate sulla spiaggia con il suo più grande amico : Alfie, un barboncino bianco al quale manca la parola.
Per le celebrazioni del Centenario della Nascita dello zio Federico Fellini nel 2020, Francesca ha scritto e diretto un cortometraggio a tecnica mista che parte dall’animazione del disegno che le ha fatto da bambina, ’La Fellinette’, dove il disegno originale dello Zio Federico prende Vita, per arrivare in un sogno in live action e fare ritorno nell’animazione con un gran finale.

Alfie e la Fellinette sulla spiaggia adriatica
Francesca Fabbri Fellini è l’ultima erede per Dna del Maestro Federico Fellini.
E’ Ambasciatrice nel mondo dell’Uomo dai 5 Oscar e della sua eredità culturale.
Un collega giornalista un giorno le ha detto: ’Ti auguro di cuore Francesca di rimanere senatrice a vita dell’onirico felliniano nel mondo! ’
La vita di Francesca Fabbri Fellini si riassume in un’aforisma dello Zio Chicco : “Nulla si sa, tutto s’immagina”.
Il Fotografo = Viaggiatore del Mondo
La mia macchina fotografica è il mio passepartout per il Mondo
Graziano Villa
Forse sarà la mia origine ligure, precisamente genovese, che mi spinge a vedere la mia professione come un viaggio, inteso come ricerca. Una continua ricerca. Ricerca come conoscenza !
Come Cristoforo Colombo, si fa per dire, ho “navigato“ attraverso diversi settori della mia attività professionale, circumnavigando in lungo e in largo, utilizzando la mia macchina fotografica come uno strumento, come una nave, per “approdare“ in diversi “lidi“ di questo nostro Mondo per conoscerlo meglio.
Continuando a parafrasare il gergo marinaresco posso dire di aver cominciato la mia professione navigando nel “burrascoso“ mare del Reportage; per poi attraversare quello “turbolento“ e snob della Moda; dopodiché ho trovato ristoro e riposo nelle “calme acque“ dello Still-life, per approvare infine a quello “riflessivo“ del Ritratto.
La mia formula esistenziale è un giusto miscuglio di tutto questo, e quindi un‘esperienza di vita meravigliosa ! Volete degli esempi ?
Bene, con il reportage ho viaggiato in lungo e in largo sulle jeep o sugli aerei da turismo la savana africana, la giungla sudamericana e gli immensi spazi del nord america; nella moda ho conosciuto delle donne stupende; nello still-life ho scoperto oggetti meravigliosi, antichità preziose, arredi incredibili e persone di particolare levatura culturale che lavorano in questo ambiente.
E adesso che realizzo ritratti di personaggi importanti nell‘ambito economico, politico e culturale, o di semplici artigiani, sono particolarmente entusiasta.
Ma al di là del risultato professionale, che è comunque importante, un altro aspetto gratificante è il diretto contatto con questi personaggi : il rapporto umano.
Per decenni ho ritratto personaggi di ogni genere, di ogni strato sociale e culturale, di ogni Paese del mondo. L’ho fatto per riviste importanti come “AD-Architectural Digest”, “CAPITAL”, “AMICA”, “CLASS”, “TRAVELLER”, “FORTUNE”, “VANITY”, ecc.
In questo mio peregrinare in ogni angolo del pianeta sono sempre stato affascinato dalle grandi architetture che l’Uomo ha costruito per lasciare nel Tempo traccia del proprio passaggio e della propria esistenza. I nomi di tali icone sono scolpiti nella memoria collettiva e continuano a testimoniare l’audacia dell’ingegno umano: la Torre Eiffel, la Muraglia Cinese, le Piramidi di Giza, le Torri Gemelle del WTC, tragicamente famose, quelle di Kuala Lumpur, il Big Ben di Londra, il “Big Boy”, appena fuori dall’aeroporto di Oslo, il Castello Sforzesco di Milano, i Fiori di Metallo della Défense a Parigi, e così via.

© Graziano Villa – Mostra “La Grandeur di Parigi” – per il Ministero della Cultura della Repubblica di San Marino
Anche a queste strutture ho dedicato una serie di “Ritratti d’Architetture”. E parlo di ritratti a ragion veduta perché, come nel ritrarre le persone, ho tentato di personalizzare questi Giganti, di sceverare e descrivere, amplificandola, la loro struttura grafica, ovvero la loro “anima”. Ho insomma cercato di restituire visivamente l’impatto emozionale che queste meravigliose architetture hanno suscitato su di me: un impatto altamente soggettivo e dunque non comune perché, alla fine, lo sguardo di ciascuno è comunque, sempre e assolutamente unico e inimitabile. Credo, spero di esserci riuscito.
© Graziano Villa – Mostra “Roma : Caput Mundi” – Fontana di Trevi – Roma
©Graziano Villa – Mostra Personale alla Galleria “F.A.R. – Fabbrica Arte Rimini” – Rimini – 2018 – Tributo al “W.T.C.”
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