Testo di Francesca Fabbri Fellini – Foto di Graziano Villa

C’era una volta una fabbrica che non produceva solo pellicole, ma raccontava storie: Ferrania, nel cuore della Val Bormida, dove ogni giorno uomini e donne varcavano i cancelli per dare forma all’immagine, alla memoria, al cinema.

Dentro, la luce veniva domata nei laboratori; fuori, si intrecciavano vite e relazioni. Tra loro, la gente al buio, gli operai della camera oscura, vivevano giornate scandite da ombre e riflessi, conquistando la luce fotogramma dopo fotogramma.

Ferrania-Film-Museum_©GrazianoVilla

Negli anni d’oro, Ferrania brillava come una punta di diamante dell’industria italiana, al pari della Olivetti. Con 200 ricercatori, 5000 dipendenti e collegamenti diretti con il porto di Savona e il nord Italia, lo stabilimento era un microcosmo pulsante. Alcuni ci arrivavano in bicicletta, altri in treno, grazie alla fermata dedicata: “Ferrania”.

Ferrania-Film-Museum_©GrazianoVilla

Oggi, al Ferrania Film Museum di Cairo Montenotte, si può ancora ascoltare il respiro di quel passato. Le mani di quei lavoratori hanno contribuito a immortalare capolavori come La ciociara, Roma città aperta, Miseria e Nobiltà, Il Vangelo secondo Matteo, Uccellacci e uccellini. Con loro, registi come De Sica, Rossellini, Fellini, Pasolini, Lattuada, Steno e attori come Sordi, Totò, Anna Magnani e Sophia Loren hanno portato Ferrania fino a Hollywood.

V.De Sica – R.Rossellini – M.Antonioni – F.Fellini – P.P.Pasolini

La commedia all’italiana e il miracolo economico sono impressi sulle pellicole Ferrania, testimoni di un’Italia che si rialza e cresce.

In questo nostro viaggio emozionale, attraverso le voci del curatore del Museo, Alessandro Bechis, e del primo cittadino Paolo Lambertini proveremo a riaccendere quella luce: un viaggio tra memoria e futuro, tra Amarcord e visione, per capire cosa resta e cosa può ancora nascere da questa straordinaria eredità.


Un Viaggio nella Memoria.

In una giornata uggiosa di ottobre, io e Graziano abbiamo avuto il privilegio di varcare la soglia di un gioiello della storia industriale italiana: il Ferrania Film Museum, situato a Cairo Montenotte, nel cuore della Val Bormida.

Ad accoglierci c’era Alessandro Bechis, il curatore, che con passione e delicatezza ci ha guidato in un vero e proprio viaggio con la macchina del tempo.

Ferrania-Film-Museum – Curatore: Alessandro Bechis – ©GrazianoVilla

Ferrania non fu solo una fabbrica : fu un mondo, un progetto sociale, un laboratorio di ingegno e comunità. Dalla Prima Guerra Mondiale agli anni Sessanta, attraversando il fascismo, la Seconda Guerra Mondiale e il miracolo economico, l’azienda ha impresso su pellicola non solo immagini, ma frammenti di vita, medicina, cinema e memoria. Oltre 15.000 persone hanno contribuito a questa epopea industriale, dando forma a un prodotto che ha cristallizzato il secolo in fotografie, radiografie e film.

Ferrania-Film-Museum_©GrazianoVilla

Oggi il Museo non si limita a conservare reperti e documenti: raccoglie storie, emozioni, testimonianze. È un archivio diffuso, che vive anche fuori dai suoi confini, nei grandi archivi nazionali che ancora custodiscono immagini su supporti Ferrania. La sua missione è chiara: preservare e valorizzare non solo la materia, ma soprattutto l’anima di Ferrania. Un’anima che ha avuto il volto dell’Ing. Luigi Schiatti, direttore per quasi mezzo secolo, che non firmò progetti tecnici, ma costruì un modello sociale paragonabile a quello di Adriano Olivetti.

Ferrania – Il Direttore dello Stabilimento – Ing. Luigi Schiatti

Villaggi operai, impianti sportivi, welfare aziendale: Ferrania era una fabbrica famiglia, dove la fabbrica era la madre e l’ing. Schiatti il padre, e i dipendenti, i figli di un sogno industriale che oggi il museo racconta con orgoglio e tenerezza.

Alessandro non è nato a Ferrania, ma la sua vita è profondamente intrecciata con quella fabbrica. Figlio e nipote di operai, ha vissuto il passaggio di tre generazioni sotto lo stesso tetto industriale: dai nonni al padre, fino a lui. Ferrania non è stata solo un luogo di lavoro, ma un pilastro di sicurezza e dignità. Era il tempo in cui si veniva assunti e si andava in pensione nello stesso posto, con stipendi che permettevano di costruire una famiglia, una casa, una vita. L’intera urbanizzazione dei paesi circostanti ne ha risentito positivamente: da palazzoni popolari si è passati a villette familiari, segno tangibile di un benessere diffuso.

Ferrania Film Museum_©GrazianoVilla

Oggi, Alessandro è il curatore del Museo, un ruolo che non aveva mai immaginato, ma che ha abbracciato con passione. Il suo rammarico più grande è che i suoi familiari non abbiano potuto vederlo in questa veste: “So che sarebbero stati orgogliosi fino alle lacrime,” confessa con commozione.

Il Museo è anche un luogo di fiducia, dove le persone portano le proprie memorie intime: filmini amatoriali, fotografie, lettere conservate in scatole di biscotti. Alessandro e il suo team le trattano con rispetto, cercando mani capaci di valorizzarle, magari in un documentario o in una celebrazione storica.

Ferrania-Film-Museum – ©GrazianoVilla

Tra tutti gli oggetti custoditi, il più prezioso per lui è l’archivio dei dipendenti: 15.000 fascicoli che raccontano non solo la vita lavorativa, ma anche quella privata, con lettere, cartoline, diari, persino testimonianze dai fronti di guerra.

Un patrimonio umano che ricorda il “Piccolo Museo del Diario” di Pieve Santo Stefano, ma con una specificità industriale e territoriale unica.

Per coinvolgere il territorio e attrarre pubblico da fuori, il Museo organizza conferenze, partecipa a giornate internazionali degli archivi e propone serate di proiezione all’aperto, dove i filmini restituiscono volti, luoghi e momenti dimenticati. Spesso si tratta di eventi itineranti, portati direttamente nei paesi da cui provengono le immagini. E sono momenti di grande commozione: persone che rivedono se stesse da bambini, o i propri cari, in immagini che non vedevano da decenni.

Alessandro Bechis e Francesca Fabbri Fellini

Alessandro, prossimo alla pensione, guarda al futuro con un misto di speranza e cautela.
Sa che chi verrà dopo di lui porterà il proprio stile, nuove idee, un diverso modo di raccontare la storia di Ferrania.

Ma spera, con tutto il cuore, che non venga stravolta quella struttura paziente e solida che ha reso il Museo un luogo di fiducia, di memoria condivisa, di comunità.

Come si diceva in fabbrica: “Quando una cosa funziona bene, non toccare.”
Una frase semplice, ma che per Alessandro racchiude una filosofia di vita, imparata tra i rumori delle macchine, l’odore dei chimici, e le chiacchiere nei corridoi durante la pausa caffè.

Ferrania, per lui, è stata tutto: il pane quotidiano, il luogo dove ha atteso la nascita delle figlie, dove ha lavorato sotto la neve, il ghiaccio, le alluvioni, senza mai venir meno al senso del dovere.

Oggi, ogni volta che qualcuno entra nel Museo, riconosce in una fotografia o in un documento il volto del proprio padre, e si commuove, Alessandro sente di aver costruito qualcosa che va oltre il lavoro: un ponte tra generazioni, un’eredità di dignità e memoria.


Cultura e identità a Cairo Montenotte: il sindaco Paolo Lambertini sul Ferrania Film Museum

D: Signor Sindaco, potrebbe raccontarci cosa rappresenta oggi il Ferrania Film Museum per Cairo Montenotte ?

R: E’ una raccolta viva della memoria visiva italiana, un viaggio emozionale attraverso immagini e ricordi che vanno dagli anni ’50 ad oggi. Permette di rivivere esperienze personali e collettive, offrendo alle nuove generazioni un contatto diretto con la storia attraverso fotografie, pellicole e testimonianze.

Ferrania-Film-Museum – Sindaco: Paolo-Lambertini – ©GrazianoVilla

D: Quale visione immagina per il futuro di questo Museo?

R: Il mio sogno è che il Museo diventi un punto di riferimento nazionale per eventi culturali, sportivi e istituzionali, come le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. Il museo può raccontare la storia italiana attraverso immagini e filmati, creando un filo rosso tra passato e presente e valorizzando l’identità del Paese.

D: In che modo chi possiede vecchi filmini in Super 8 può contribuire alla memoria collettiva custodita dal Ferrania Film Museum ?

R: Il Ferrania Film Museum invita tutti gli italiani a riscoprire e condividere i propri filmini di famiglia in Super 8, vecchie foto e diapositive famigliari spesso dimenticati in soffitta o nei cassetti. Questi piccoli tesori, una volta digitalizzati, possono tornare a vivere e raccontare storie sul canale YouTube del Museo, diventando parte di un grande archivio visivo che celebra la memoria collettiva e restituisce voce alle immagini del passato.

Ferrania Film Museum_©GrazianoVilla

D: Suo padre era un dipendente della Ferrania. Ha un ricordo particolare?

R: Ricordo mio Padre che, tornando dal lavoro, raccontava con orgoglio le attività svolte in azienda. Da bambino non ne coglievo il valore, ma oggi riconosco quanto la Ferrania abbia generato un forte senso di appartenenza tra i suoi lavoratori, un sentimento raro e prezioso.

Francesca Fabbri Fellini & Graziano Villa – BIO

Francesca e Graziano: due “Life Travellers”, due esploratori instancabili in viaggio continuo alla ricerca della Bellezza e della Bontà nel mondo. Raccontano ciò che incontrano — persone, luoghi, natura — con uno sguardo curioso e incantato, guidati dalla meraviglia e da quella parte infantile che custodiscono gelosamente dentro di sé.

🎤 Francesca mette a frutto la sua lunga esperienza da giornalista nei principali network radio-televisivi, trasformandola in una sorta di “bastone da rabdomante” capace di intercettare con sensibilità storie, volti e tematiche che meritano di essere raccontati. Le sue interviste si concretizzano in testi e video straordinari — così dicono di lei — capaci di emozionare e far riflettere.

📸 Graziano, con decenni di esperienza nella fotografia professionale — ritratto, reportage, still life, moda — cattura l’anima dei personaggi e dei contesti con immagini evocative, poetiche e potenti. Ogni scatto è il riflesso della passione con cui interpreta il mondo.

✨ Insieme, formano un duo vibrante e complementare, sempre alla ricerca di storie che sappiano dare emozioni.

Graziano Villa e Francesca Fabbri Fellini – ©GrazianoVilla – Timbavati National Park – Southafrica