Porta di Brandeburgo – Brandenburger Tor – “Architectural Portrait” – Collezione “Around the World” di ©GrazianoVilla

di Francesca Fabbri Fellini – Foto di Graziano Villa

La prima immagine che ci ha accolto a Berlino è stata la solenne Porta di Brandeburgo (Brandenburger Tor), incorniciata dalla luce dorata del tramonto. Il suo profilo imponente, custode di secoli di storia, sembrava quasi voler raccontarci ogni istante vissuto tra i suoi archi, dagli anni di gloria prussiana ai giorni della divisione.

Berlino – Reichstag

Proseguendo il nostro cammino, abbiamo raggiunto la Cupola del Reichstag, un capolavoro architettonico firmato Norman Foster. Qui, il vetro e l’acciaio si intrecciano in una spirale di trasparenze, offrendo una visione simbolica di una democrazia che guarda avanti, dove passato e futuro convivono. La città sotto di me si estendeva come un mosaico di epoche e contrasti.

Berlino – Reichstag

Poco lontano, l’anima più cruda di Berlino si manifesta nel Muro di Berlino, o meglio, in ciò che ne resta: la East Side Gallery. Qui, i colori esplodono su un muro che un tempo era sinonimo di divisione e paura.

Berlino -Il Muro – 2010-©GrazianoVilla

Berlino -Il Muro – 2021-©GrazianoVilla

Il bacio, uno dei graffiti più celebri, sembra congelare un momento surreale della storia. Oggi, questo spazio è una celebrazione della libertà artistica, un museo a cielo aperto che vive nel movimento di chi lo attraversa.

Berlino -Il Muro – Il Bacio tra Brezhnev e Honecker – 2021-©GrazianoVilla

Dalla storia alla modernità, ecco che ci troviamo di fronte al Sony Center, un simbolo dell’innovazione berlinese. La sua architettura futuristica sfida il cielo, riflettendo la vivacità di una metropoli in continua evoluzione.

Berlino – Postdamer platz – Sony Center – ©GrazianoVilla

A pochi passi, la Torre della Televisione di Berlino si staglia come un ago che perfora le nuvole, un punto di riferimento che mi guida attraverso la città, testimone di migliaia di storie che si intrecciano nelle sue ombre.

Berlino – Torre della Televisione

Potsdamer Platz è uno degli angoli più affascinanti di Berlino, un crocevia dove la modernità si innalza verso il cielo attraverso grattacieli di vetro e acciaio, mentre il passato continua a risuonare tra le strade. Dopo la caduta del Muro, questa zona si è trasformata in un simbolo della rinascita berlinese, diventando un quartiere pulsante di vita, arte e innovazione.

Berlino-Potsdamer-Platz

I suoi grattacieli, tra cui il famoso Kollhoff Tower, l’Atrium Tower e il BahnTower, danno alla piazza un’atmosfera quasi futuristica, specchiando la città nei loro riflessi mentre il sole cala tra le loro facciate. È qui che Berlino dimostra la sua capacità di reinventarsi, mantenendo una costante tensione tra passato e futuro.

Berlino-Giraffa-Legoland-Discovery-Center-©GrazianoVilla

Berlino-Colonna della Vittoria-Siegessäule-©GrazianoVilla

E poi, nel cuore di questa architettura avveniristica, spunta un elemento giocoso: la giraffa del Legoland Discovery Center ! Un tocco di colore in mezzo ai toni urbani, questa scultura alta e vivace è una vera calamita per grandi e piccoli. Simbolo della creatività e della fantasia, la giraffa di mattoncini LEGO sembra quasi osservare la piazza con curiosità, aggiungendo un pizzico di leggerezza alla sua grandiosità. Potsdamer Platz è movimento, contrasto e energia: un luogo che racchiude la Berlino di oggi, pronta a sorprendere in ogni suo angolo.

Nel nostro percorso attraverso Berlino, un’altra icona che abbiamo immortalato è la maestosa Colonna della Vittoria (Siegessäule). Elegante e imponente, si erge nel cuore del Großer Tiergarten, ricordando con la sua statua dorata la vittoria prussiana. Abbiamo catturato l’energia di questo monumento: la sua imponenza, la sua storia, la sua capacità di raccontare un’epoca con il riflesso dorato della Dea Vittoria che domina Berlino dall’alto. Ogni scatto che abbiamo realizzato cattura l’energia di questo monumento: la sua imponenza, la sua storia, la sua capacità di raccontare un’epoca con il riflesso dorato della Dea Vittoria che domina Berlino dall’alto.

Nel nostro reportage, non poteva mancare un’icona della memoria berlinese: la Chiesa in memoria dell’Imperatore Guglielmo. Situata nel quartiere di Charlottenburg, questo edificio ferito dalla guerra è oggi un simbolo della resilienza, un testimone silenzioso di un passato che Berlino ha scelto di non cancellare.

Berlino-Chiesa-dell’Imperatore-Guglielmo-©GrazianoVilla

Accanto a questa chiesa dal profilo spezzato, svetta un moderno grattacielo, un contrasto potente tra storia e innovazione. Berlino è un dialogo continuo tra le epoche, e la Chiesa dell’Imperatore Guglielmo ne è una perfetta rappresentazione.

Berlino-Sculptura-Catena-Rotta-©GrazianoVilla

Poco distante alla fermata dello Zoo, Graziano ha immortalato un’altra scultura evocativa: la Berlin Sculpture, Catena rotta, un’opera d’arte urbana che richiama il concetto di divisione e riconciliazione, rappresentando il passato e il presente di una città che non smette mai di trasformarsi.

Il nostro reportage si arricchisce di questi luoghi, ciascuno con la sua voce, con la sua storia, con il suo sguardo sul futuro

Berlino-Sculptura-Catena-Rotta-©GrazianoVilla_

Nel cuore pulsante della capitale, c’è spazio anche per la meraviglia naturale: l’Acquario dello zoo di Berlino. Un universo sommerso, dove la vita si esprime in mille sfumature, tra movimenti sinuosi e giochi di luce che danno alla città un respiro diverso, quasi magico.

Berlino-il-Memoriale-per-gli-ebrei-assassinati-©GrazianoVilla

Infine, giungiamo in un luogo che impone il silenzio e il rispetto: il Memoriale per gli ebrei assassinati. Un labirinto di blocchi di cemento che si innalza e si abbassa come il respiro di una memoria che non vuole essere dimenticata. Camminare tra questi monoliti è un’esperienza quasi metafisica, un dialogo con la storia che risuona nel vuoto delle strutture.

Berlino-Hauptbahnhof-©GrazianoVilla

La nostra esplorazione della città però non poteva concludersi senza una sosta alla maestosa Berlin Hauptbahnhof, la Stazione Centrale di Berlino. Un tempio del movimento, dell’ingegneria e dell’architettura contemporanea, dove il vetro e l’acciaio si intrecciano creando un ambiente fluido e dinamico. Qui, il viaggio non è solo un passaggio da un luogo all’altro, ma un’esperienza che racchiude il respiro pulsante di una metropoli. Attraverso le sue vetrate, Berlino si mostra in tutta la sua grandezza, mentre il flusso incessante di viaggiatori dà vita a un balletto urbano scandito dal ritmo dei treni che giungono e ripartono.

Berlino-Hauptbahnhof-©GrazianoVilla

Ogni scatto che Graziano ha realizzato cattura l’essenza di questo spazio: la sua imponenza, la sua funzionalità, la sua capacità di connettere il cuore della città con il resto del mondo. La Hauptbahnhof non è solo un nodo ferroviario: è una dichiarazione di modernità, un palcoscenico dove si mescolano storie, percorsi e sguardi che si incrociano tra un binario e l’altro.

Berlino-Hauptbahnhof-©GrazianoVilla

Qui, il passato e il futuro si fondono nel dinamismo di una capitale che non si ferma mai. Berlino è tutto questo: una città che non si lascia definire, che si muove tra passato e futuro, tra dolore e speranza, tra arte e avanguardia. È il luogo dove ogni angolo racconta una storia, dove il passato non è mai soltanto un ricordo e il futuro è già presente.

Berlino-il-Municipio-Rosso-RATHAUS-©GrazianoVilla

Chi è Francesca

Francesca Fabbri Fellini

Francesca Fabbri Fellini è nata a Bologna nel 1965 sotto il segno dei Gemelli, ascendente Bilancia. Da quel giorno è scritto nelle stelle che sarà curiosa, dotata di grande senso dellumorismo, del teatrale, di doti comunicative e una grandissima simpatia.

Alla continua ricerca di stimoli intellettuali.

La sua professione da grande?

Avrà a che fare con il mondo della parola.

A Bologna, il 6 giugno del 65, il giorno del suo battesimo, i suoi genitori, Maria Maddalena Fellini e il dott. Giorgio Fabbri scelsero come padrino lo zio Federico Fellini e come madrina la zia Giulietta Masina.

Lo zio Chicco, come lo chiamava lei, le insegnò sin da piccola che esistono due vite: quella ad occhi aperti e quella ad occhi chiusi.

F.Fellini e G.Masina_battesimo al battesimo di Francesca

Da emiliano-romagnola è dotata di coraggio personale, laboriosità, vivo senso dellospitalità, carattere franco, aperto e allegro. Si diploma al Liceo Linguistico.

A 23 anni dopo la laurea in Lingue e Letterature Straniere si trasferisce a vivere a Roma dove la sua vita si svolgerà sino al 2006, anno del ritorno a Rimini dove ad oggi vive e lavora.

Nel 1987 ha firmato la sua prima scrittura in video con la Rai, per il programma “Muoviamocisu Rai Due, con Sidney Rome, ben 180 puntate. Dopo questa esperienza, ha firmato molti altri contratti con la Rai, con la qualifica di scrittura in video.

Dal 1999 al 2006 è stata una delle inviate de “La vita in diretta”, lo storico contenitore pomeridiano in onda sulla Rai dal 1991.

Ha lavorato con celebri autori televisivi come Michele Guardì, Enza Sampò, Giovanni Minoli, Daniel Toaff, Licia Colò.

La televisione le piace molto, ma il cinema è da sempre nel suo Dna (si definisce “cresciuta a cinema e tortellini”) : tra il 1993 e il 1997 ha collaborato con il network radiofonico RTL 102.5, occupandosi proprio di cinema, e grazie a questa esperienza è diventata giornalista professionista nel 1997.

Dal 2004 al 2006 ha firmato e condotto sempre sul network radiofonico RTL la trasmissione “Asa NIsi MAsa – LANIMA del cinema” che prendeva il nome dalla frase magica ripetuta da Guido/Mastroianni, protagonista di “Otto e mezzo” di Fellini.

Alfie, Francesca e Graziano

Dal 2009, dopo lincontro con il fotografo Graziano Villa (compagno di vita e di lavoro) si occupa della curatela delle sue mostre fotografiche, dallideazione alla realizzazione finale. Gestisce e organizza il portfolio del Villa, presentandolo a gallerie e festival.  Elabora progetti di mostre fotografiche, scrive comunicati e gestisce la comunicazione dellevento in maniera autonoma, conoscendo anche le tecniche di illuminazione ed allestimento utili per le esposizioni.

“La Fellinette”, così la chiamava lo zio Federico,(disegnandola a pastelli in un foglio di quaderno), ama la buona tavola, il cinema, il teatro, la radio, i libri, la fotografia, i fiori e soprattutto fare lunghe passeggiate sulla spiaggia con il suo più grande amico : Alfie, un barboncino bianco al quale manca la parola.

Per le celebrazioni del Centenario della Nascita dello zio Federico Fellini nel 2020, Francesca ha scritto e diretto un cortometraggio a tecnica mista che parte dallanimazione del disegno che le ha fatto da bambina, La Fellinette, dove il disegno originale dello Zio Federico prende Vita, per arrivare in un sogno in live action e fare ritorno nellanimazione con un gran finale.

Alfie e la Fellinette sulla spiaggia adriatica

Francesca Fabbri Fellini è lultima erede per Dna del Maestro Federico Fellini.

EAmbasciatrice nel mondo dellUomo dai 5 Oscar e della sua eredità culturale.

Un collega giornalista un giorno le ha detto: Ti auguro di cuore Francesca di rimanere senatrice a vita dellonirico felliniano nel mondo!

La vita di Francesca Fabbri Fellini si riassume in un aforisma dello Zio Chicco : Nulla si sa, tutto simmagina”.

Il Fotografo = Viaggiatore del Mondo

La mia macchina fotografica è il mio passepartout per il Mondo

Graziano Villa

Forse sarà la mia origine ligure, precisamente genovese, che mi spinge a vedere la mia professione come un viaggio, inteso come ricerca. Una continua ricerca. Ricerca come conoscenza !

Come Cristoforo Colombo, si fa per dire, ho “navigato“ attraverso diversi settori della mia attività professionale, circumnavigando in lungo e in largo, utilizzando la mia macchina fotografica come uno strumento, come una nave, per “approdare“ in diversi “lidi“ di questo nostro Mondo per conoscerlo meglio.

Continuando a parafrasare il gergo marinaresco posso dire di aver cominciato la mia professione navigando nel “burrascoso“ mare del Reportage; per poi attraversare quello “turbolento“ e snob della Moda; dopodiché ho trovato ristoro e riposo nelle “calme acque“ dello Still-life, per approvare infine a quello “riflessivo“ del Ritratto.

La mia formula esistenziale è un giusto miscuglio di tutto questo, e quindi un‘esperienza di vita meravigliosa ! Volete degli esempi ?

Bene, con il reportage ho viaggiato in lungo e in largo sulle jeep o sugli aerei da turismo la savana africana, la giungla sudamericana e gli immensi spazi del nord america; nella moda ho conosciuto delle donne stupende; nello still-life ho scoperto oggetti meravigliosi, antichità preziose, arredi incredibili e persone di particolare levatura culturale che lavorano in questo ambiente.

E adesso che realizzo ritratti di personaggi importanti nell‘ambito economico, politico e culturale, o di semplici artigiani, sono particolarmente entusiasta.

Ma al di là del risultato professionale, che è comunque importante, un altro aspetto gratificante è il diretto contatto con questi personaggi : il rapporto umano.

Per decenni ho ritratto personaggi di ogni genere, di ogni strato sociale e culturale, di ogni Paese del mondo. L’ho fatto  per riviste  importanti come “AD-Architectural Digest”, “CAPITAL”, “AMICA”, “CLASS”, “TRAVELLER”, “FORTUNE”, “VANITY”, ecc.

In questo mio peregrinare in ogni angolo del pianeta sono sempre stato affascinato dalle grandi architetture che l’Uomo ha costruito per lasciare nel Tempo traccia del proprio passaggio e della propria esistenza. I nomi di tali icone sono scolpiti nella memoria collettiva e  continuano a testimoniare l’audacia dell’ingegno umano: la Torre Eiffel, la Muraglia Cinese, le Piramidi di Giza, le Torri Gemelle del WTC, tragicamente famose, quelle di Kuala Lumpur, il Big Ben di Londra, il “Big Boy”, appena fuori dall’aeroporto di Oslo, il Castello Sforzesco di Milano, i Fiori di Metallo della Défense a Parigi, e così via.

© Graziano Villa – Mostra “La Grandeur di Parigi” – per il Ministero della Cultura della Repubblica di San Marino

Anche a queste strutture ho dedicato una serie di “Ritratti d’Architetture”. E parlo di ritratti a ragion veduta perché, come nel ritrarre le persone, ho tentato di personalizzare questi Giganti, di sceverare e descrivere, amplificandola, la loro struttura grafica, ovvero  la loro “anima”. Ho insomma cercato di restituire visivamente  l’impatto emozionale che queste meravigliose architetture hanno suscitato su di me: un impatto altamente soggettivo e dunque non comune perché, alla fine, lo sguardo di ciascuno è comunque, sempre e assolutamente unico e inimitabile. Credo, spero di esserci riuscito.

© Graziano Villa – Mostra “Roma : Caput Mundi” – Fontana di Trevi – Roma

©Graziano Villa – Mostra Personale alla Galleria “F.A.R. – Fabbrica Arte Rimini” – Rimini – 2018 – Tributo al “W.T.C.”