
Intervista all’architetto Francesco Augusto Razetto, tra città magiche, bellezza e futuro
di Francesca Maria Esmeralda Fabbri Fellini
Foto ed elaborazioni grafiche di Graziano Villa

Praga – Piazza della Città Vecchia – Chiesa Santa Maria di Tyn – elaborazione di ©GrazianoVilla
Incontro l’architetto Francesco Augusto Razetto in una giornata sospesa tra la poesia e l’architettura.
Presidente della Fondazione Eleutheria, padre di quattro figli e raffinato collezionista d’arte, l’arch. Razetto ha scelto di vivere a Praga da quando aveva 25 anni.
Oggi, a 60, la sua storia si intreccia profondamente con quella di una città che lui stesso definisce “cerniera culturale d’Europa”.
Nel mio viaggio a Praga – la città incantata che ha dato i natali ad uno dei miei scrittori del cuore, Franz Kafka – ho avuto il piacere di passeggiare accanto ad Augusto.
Tra i vicoli senza tempo, abbiamo parlato di arte, libertà, sogni e futuro.
La sua visione mi ha lasciato ispirata e arricchita.
E questa intervista è il frutto vivo di quella conversazione a cielo aperto.

Praga – Powder-Tower – Elaborazione di ©GrazianoVilla
“Vado all’Est, prima che cambi.”
D: Augusto, da oltre 35 anni vivi a Praga. Cos’è che ti ha spinto, nel 1990 e a soli 25 anni, a lasciare la tua Parma per trasferirti nell’Est europeo?
R: La scintilla è stata la curiosità. A 25 anni vuoi vedere il mondo, capire cosa c’è oltre il tuo orizzonte. C’era un film all’epoca, Balla coi lupi, dove Kevin Costner dice: “Vado a ovest prima che cambi.” Io mi dissi: “Vado a est prima che questo mondo cambi per sempre.” Era l’inizio di una nuova era, il post-comunismo, e volevo viverla. Dovevo fermarmi per poco… ma sono passati 35 anni! Ho visto Praga mutare, scoprire il capitalismo, affrontarne anche le delusioni e diventare oggi una città viva, cosmopolita, in costante movimento.

Praga – Torre-dell’Orologio – elaborazione di ©GrazianoVilla
Una città per chi ha fame di mondo
D: Consiglieresti Praga ai giovani? Che tipo di persona potrebbe trovarci davvero il suo posto?
R: A chi è curioso. A chi ha fame di mondo. Praga è una città-cerniera, non è Est né Ovest, è cuore d’Europa. Ha ospitato imperi, ha superato dittature, è sopravvissuta intatta ai secoli. Gli italiani qui hanno lasciato un’impronta profondissima, sono presenti a Praga da circa mille anni, ci hanno lavorato Cola di Rienzo, Giordano Bruno, c’è passato Angelo Maria Ripellino (autore del volume ‘Praga magica’), Petrarca, Giuseppe Arcimboldo, suo malgrado c’è passato anche Silvio Pellico, Casanova.
Oltre mille edifici in Boemia sono costruiti da italiani: castelli, fortilizi, fortezze, palazzi nobiliari, i più importanti edifici architettonici sono italiani.
Chi vuole mettersi in gioco, creare, conoscere… qui trova ossigeno.

Praga – le-Tre-Fate-Giardino-dei-Francescani – ©GrazianoVilla
Una casa per l’arte
D: Camminando per Praga ho scoperto tanti spazi dedicati ai giovani artisti. In Italia questo accade raramente. Tu vieni da una famiglia di collezionisti: cos’è che ti ha attratto dell’arte qui?
R: Praga è una fucina. Teatro, fotografia, scenografia, cinema… ma anche pittura e architettura. Crescendo in mezzo all’arte capisci che è un modo per guardare il mondo in maniera profonda. E questa città ti obbliga a farlo. Ha ispirato intere generazioni e continua a farlo. Qui c’è rispetto per la cultura, per il gioco, per la libertà creativa. È questo che mi ha portato al collezionismo.
Fondazione Eleutheria: un seme di libertà
D: Hai creato la Fondazione Eleutheria, anche come segno per i tuoi figli. Perché è nata?
R: All’inizio per promuovere la nostra collezione di famiglia. Ma col tempo è diventata una missione: offrire libertà, opportunità, visibilità a chi ha qualcosa da dire. Il nome Eleutheria viene dal greco: libertà. Abbiamo ospitato giovani artisti under 40 in mostre importanti, dal Maxxi al Parlamento di Bruxelles. Non per denaro o vetrine, ma per dare voce al talento vero, fuori dai soliti circuiti.

Praga – La-Casa-Danzante – di-Frank-Gehry-e-V.-Milunic – elaborazione di ©GrazianoVilla
Arte è vita
D: Che cos’è per te l’arte, in una parola?
R: Vita. L’arte è tutto quello che ci circonda. Ricordo che chiesi a Carlo Alberto Quintavalle, mio professore di storia dell’arte: “Che cos’è oggi l’arte?” E lui rispose: “Forse l’ultimo caccia militare.” Paradossale, ma vero: ogni oggetto, ogni pensiero, ogni innovazione ha un tratto artistico. È bellezza, visione, trasformazione. Senza arte non potrei vivere.
Il testimone, non il visionario
D: Dici di non sentirti un visionario, ma un testimone. Eppure porti l’arte nel mondo…
R: I visionari sono pochi, veri. Sono quelli che aprono strade dove nessuno ha mai camminato. Io non sono un artista, non ho quel tipo di talento. Ma amo chi crea, chi sogna, chi ha visioni. E se posso contribuire a far emergere quegli sguardi, allora sì, sono un testimone. L’arte vive anche in chi la osserva, la custodisce e la racconta.

Praga – Masaryčka-di-Zaha-Hadid – ©GrazianoVilla
Con un genio della lampada…
D: Se potessi scegliere un’epoca in cui rinascere, quale sarebbe?
R: Il futuro. Abbiamo tutti uno specchietto retrovisore, il passato, per capire da dove veniamo. Ma davanti c’è un parabrezza enorme: la direzione in cui stiamo andando. Vorrei sapere com’è il mondo tra cent’anni. È un sogno impossibile, ma mi affascina.
Intelligenza artificiale: opportunità e rischio
D: Cosa pensi dell’intelligenza artificiale?
R: È un’enorme possibilità, ma anche un rischio se ci dimentichiamo di usarla con intelligenza. La tecnologia ci ha semplificato la vita, ma a volte anche impoverito. Nessuno oggi fa calcoli a mano, i nostri figli forse non sapranno leggere una mappa. L’AI è ancora agli albori, crescerà. Sta a noi decidere se sarà un alleato o un freno.

Praga – “K” – Statua-di-David-Cerny – elaborazione di ©GrazianoVilla
L’eredità del rispetto
D: Cosa senti di aver trasmesso ai tuoi figli, grazie all’eredità dei tuoi genitori?
R: Il rispetto. Non la tolleranza, quella è una parola che contiene già un giudizio. Il rispetto è diverso: implica ascolto, empatia, apertura. Io stesso ho cambiato idea nella vita, proprio perché ho saputo ascoltare. Se capisco che una verità è più forte della mia, la accolgo.
Una voce mancata
D: Se potessi parlare con qualcuno che non c’è più, chi sarebbe?
R: Mio padre. L’ho perso appena compiuti i 18 anni. Mi manca quel confronto profondo. Si chiamava Cesare, nella nostra famiglia i nomi erano “importanti”: io Augusto, mio fratello Ottaviano. Nessuno dei nostri figli ha conosciuto i nonni. Mi auguro che questo cambi. La memoria non può essere una fotografia sbiadita, deve restare viva nei gesti.

Praga – Statua di F.Kafka – scultore Jaroslav-Rona – ©GrazianoVilla
Il libro di una vita
D: Se dovessi lasciare un libro che racconta chi sei, quale sarebbe?
R: Ce n’è già uno, scritto da altri: A Dio piacendo di Jean D’Ormesson. È un’epopea familiare piena di pensiero e leggerezza. Non credo che la mia vita meriti un libro, ma se potessi scegliere come essere ricordato direi solo questo: “Va bene così.”

Praga – Ponte-Legiì-e-il-Castello – ©GrazianoVilla
Francesco Augusto Razetto – BIO

Praga – Francesco Augusto Razetto – ©GrazianoVilla
Nato a Parma il 29 novembre 1965. L’imprenditore italiano con una lunga carriera nel settore culturale, residente a Praga dai primi anni ’90. Con una solida formazione in architettura, ha significativamente contribuito alla trasformazione del paesaggio urbano di Praga, grazie a numerose operazioni di successo nel settore immobiliare. La sua passione per la cultura lo ha portato a fondare nel 2008 la Fondazione Eleutheria, dedicata alla valorizzazione del patrimonio storico e artistico, con un focus speciale sui rapporti culturali tra Italia e Repubblica Ceca. Attraverso Eleutheria, ha promosso eventi di rilevanza internazionale, collaborando con istituzioni come il Parlamento Europeo, l’UNESCO e i Ministeri della Cultura italiano e ceco. Le sue iniziative sono riconosciute per l’approccio inclusivo e moderno, mirato a creare connessioni tra diverse espressioni culturali e a supportare artisti emergenti. Oltre ad altre pregiate onorificenze, il 27 dicembre 2014, con decreto del Presidente della Repubblica, gli viene conferito il titolo di Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia, per i meriti alla divulgazione della cultura italiana all’estero.
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