Non solo pittrice…anche fotografa

di Anna Amendolagine

Fiori giganti dai colori sgargianti, grattacieli, teschi di animali e paesaggi nel sudovest degli Stati Uniti sono i soggetti dei dipinti iconici per cui è famosa l‘artista americana Georgia O’ Keeffe (1887-1986). Negli Stati Uniti, dove è molto popolare, viene considerata la Madre del Modernismo Americano.

Georgia O’ Keeffe è stata spesso associata alla fotografia ma più che altro come soggetto per ritratti o anche come modella a portata di mano’ per suo marito, il leggendario fotografo Alfred Stieglitz. Risulta invece meno conosciuta per il suo lavoro fotografico, che non è stato ancora esplorato in profondità.

Per le oltre 400 immaginifinora identificate scattate dall’artista occorre considerare la fotografia come una parte importante della sua vita personale e professionale. Del resto l‘artista stessa lo aveva esplicitato nel testo del volume, intitolato semplicemente Georgia O’Keeffe, pubblicato da Viking Press nel 1976.

A colmare questa grave lacuna ci ha per fortuna pensato il Museum of Fine Arts di Houston, in Texas, che ha organizzato dal 17 ottobre 2021 al 17 gennaio 2022 la mostra dal titolo Georgia O’Keeffe, fotografa. A cura di Lisa Volpe, curatrice associata di fotografia del Museo, che ha condotto accuratissimi studi e ricerche in merito.

In esposizione p di 90 fotografie, la maggior parte delle quali generosamente prestate dal Georgia OKeeffe Museum, che si trova a Santa Fé, insieme a più di una dozzina di dipinti e disegni comparativi. Il percorso espositivo si articola in quattro sezioni che illustrano il suo lungo rapporto con la fotografia e il suo approccioformale unico al mezzo fotografico.

Installation view of Georgia O’Keeffe, Photographer

La prima sezione racconta l’intera storia di Georgia O’ Keeffe con il mezzo fotografico, incluso il lavoro con Stieglitz e alcune delle sue prime istantanee.

Gli album di famiglia hanno dimostrato che Georgia possedeva una macchina fotografica una delle prime Kodak Brownie in commercio – con cui si dedicava a scattare istantanee fin da giovanissima. Nel 1916 inizia a insegnare nella città di Canyonin Texas, ed è lì che realizza le prime vere fotografie. Che manda regolarmente a New York per farle vedere al suo nuovo amico Alfred Stieglitz.

Nel maggio 1917, in occasione della sua prima mostra di disegni che si tiene nella galleria di Alfred, Georgia si reca a New York dove posa per lui davanti a molti dei suoi lavori. Comincia così la serie sistematica dei 100 ritratti della pittrice scattati dal fotografo. Nel corso degli anni Stieglitz continuerà a fotografarla per altre 330 volte circa. Sono stata molto fotografata’, dirà in seguito l’artista.

I due si sposeranno nel 1924. All’inizio del XX secolo Alfred Stiegliz è di sicuro una delle figure più influenti che si batte affinché la fotografia sia accettata come una delle arti moderne. Georgia O’Keeffe incontra molti fotografi che gravitano intorno a lui, tra i quali Paul Strand e Todd Webb.

Dopo la morte di suo marito nel 1946, O’Keeffe si trasferisce nel New Mexico. Ed è lì che la fotografia diventauna parte importante della sua produzione artistica perché le offre l’opportunità di esprimere in modo nuovo gli elementi del mondo che la circondano e di rivalutarne le possibilità formali ed espressive.

Ad essere precisi Georgia O’Keeffe inizia la sua pratica fotografica nell’estate del 1955, sotto la guida dell’amico e fotografo Todd Webb che si ferma nella sua casa di Abiquiù per due settimane. Webb ci ritorna negli anni successivi per rimanere più a lungo fino a quando decide di traslocare anche lui da quelle parti, nei primi anni ’60.

Georgia-O’Keeffe-jimsonweed

Georgia O’Keeffe, Jimsonweed (Datura stramonium), 1964–68, black-and-white Polaroid,

Georgia O’Keeffe Museum, Santa Fe. © Georgia O’Keeffe Museum

Durante quei periodi trascorsi insieme, Georgia usa la macchina fotografica di Webb per fargli diverse foto. Si scambiano la fotocamera a turno, le foto di uno e dell’altra compaiono sullo stesso rullino e sulla stessa carta stampata. Oltre a questo, la coppia fa lunghe passeggiate e Webb nel 1965 scrive nel suo diario:

Parliamo anche di pittura e di fotografia. Le sto dando alcune lezioni con una Leika e probabilmente ne prenderà una. Divertente ma non sa nulla del funzionamento di una macchina fotografica. Vede bene ovviamente e sembra avere il senso del ph dell’occhio. Se la caverà bene”.

In effetti Georgia O’Keeffe avrà una Leika 35 mm quell’anno ma non imparerà mai a farla funzionare. Neglianni seguenti, l’artista fa gran parte delle sue fotografie durante le visite di Webb, che è disponibile ad impostare per lei i controlli della fotocamera. Todd Webb non solo ha insegnato a Georgia a fotografare, ma ha anche sviluppato le sue pellicole e stampato la maggior parte delle sue foto.

La seconda sezione illustra il metodo di base usato da Georgia O’Keeffe, ilreframing, tramite il quale spostando leggermente la fotocamera l’artista ottiene diverse combinazioni di forme all’interno dell’inquadratura.

Sin dalle prime serie di immagini in mostra risulta evidente come il ‘reframing’ sia l’espediente formale più comune nelle foto di OKeeffe. La natura seriale di molte fotografie offre l’opportunità di entrare nella mente dell’artista al lavoro mentre cerca il rapporto tra le forme nella composizione.

Georgia O’Keeffe, In the patio VIII, 1950, oil on canvas, Georgia O’Keeffe Museum, Santa Fe. Gift of the Burnett Foundation and theGeorgia OKeeffe Foundation. © Georgia O’Keeffe Museum

La quintessenza dei soggetti preferiti da Georgia O’Keeffe sono le forme perfette dei fiori sbocciati. Per riprenderle l’artista sposta la fotocamera da destra a sinistra o la inclina, come nel caso delle immagini sulla canna da zucchero, dall’alto verso il basso. Nel suo intento di trovare il miglior rapporto formale, l’artista inquadra lo stesso soggetto più volte da angolazioni diverse per ottenere composizioni leggermente diverse.

Il reframing è un metodo che O’Keefe porta intuitivamente in fotografia. Non gliel’ha insegnato nessuno. In realtà lei già lo applicava in pittura. Questa enfasi sulla relazione tra le forme all’interno dell’inquadratura si può rintracciare nelle idee del suo rivoluzionario professore di pittura, Arthur Wesley Dow. Georgia riassume le teorie di Dow in un’unica frase: spazio in un modo bellissimo”. Anche se non ha imparato a fotografare da luii suoi insegnamenti le fanno però comprendere le caratteristiche della fotografia nelle sue diverse possibilità.

Alcune foto somigliano molto ai disegni e dipinti di Georgia O’Keeffe perché presentano i soliti soggetti e una scrupolosa attenzione sia ai dettagli della composizione che alla resa di luci e ombre come forma. Il trattamento della luce e dell’ombra come forme essenziali in grado di riformulare la sua composizione si svela nelle sezioni seguenti.

La sequenza delle cinque immagini scattate al Glen Canyon, ad esempio, dimostra chiaramente il corretto uso di questa idea fondamentale. Quando il sole del mattino si spostava, la scena cambiava e OKeeffe catturava ogni variazione con la sua fotocamera.

Sensibile al potenziale formale di luci e ombre, Georgia propone lo stesso punto di vista lungo tutto l’arco dellagiornata, abbracciando le ombre e la luce come forme essenziali nella sua composizione. Queste forme mutevoli hanno riformulato la scena e creato opere diverse.

Georgia O’Keeffe, North Patio Corridor, 1956-57, gelatin silver print, Georgia O’Keeffe Museum, Santa Fe. © Georgia O’Keeffe Museum

Altrettanto evidente è l’interesse di OKeeffe per il cambio delle stagioni e il suo potenziale compositivo. Il ciclo stagionale riformula naturalmente i rapporti tra le forme in un paesaggio. Le piante sbocciano, la neve ricopre il suolo e i colori si trasformano.

Anche la luce cambia la sua intensità durante tutto l’anno, creando nuovi modelli di luci e ombre e diverse qualità dimensionali. In breve, il ciclo della natura riformula l’ambiente circostante di Georgia O’Keeffe che lo cattura con la sua macchina fotografica.

Come nelle foto in cui l’artista fotografa la strada fuori dalla finestra a primavera e in inverno. Quasi identiche nella composizione le foto sono incredibilmente diverse a causa dei cambiamenti apportati dalle stagioni.

La visione artistica di Georgia O’Keeffe è unica e coerente nella pittura, nel disegno o nella fotografia. Vedere e comprendere le sue fotografie ci può aiutare a vedere attraverso i suoi occhi e a capire un po’ meglio questa artista pioneristica e tutto il suo lavoro. Ci fa sentire lentusiasmo per la sua casa e il paesaggio, osservare la sua infinita esplorazione dei luoghi e della composizione. Apprezzare la luce come forma potente e il cambiamento stagionale come un’opportunità per rivalutare la bellezza del mondo.

GEORGIA O’KEEFE in her house – Abiquiù – New Mexico

BIO Pop di Anna Amendolagine

ANNA-AMENDOLAGINE  – © Sandro Lucentini

Curatore indipendente, critico e giornalista vive e lavora tra Roma e Rimini. Ama stare a contatto con la natura, andare in bicicletta e portare il cane a spasso. Colore preferito il verde. La sua squadra del cuore è quella che gioca col cuore. Pratica estensivamente sia lo Yoga che la Dolce Vita.

La sua attività curatoriale comprende l’ideazione e la realizzazione di mostre, testi e cataloghi d’arte, rassegne ed eventi culturali in collaborazione con Istituzioni pubbliche e private sia in Italia che all’estero. La sua è una dieta a base di pittura, scultura, fotografia, video, istallazioni, performance. Va matta per la street-art.

Membro della giuria o del Comitato Scientifico in diversi concorsi artistici.

Giornalista pubblicista e Addetto ufficio stampa ha pubblicato numerosi articoli di arte e cultura su riviste cartacee e online.

Tifa per l’Europa e ha ricoperto il ruolo di Coordinatore Tecnico Europeo per due importanti progetti culturali dell’Unione Europea : PETRA e LEONARDO.