La leggendaria fotografa americana in mostra a Reggio Emilia

©Mary-Ellen-Mark_2-1_Giuseppe-Rotunno-e-Federico-Fellini-sul-set-di-Satyricon

Votata dai lettori di “American Photography” come la fotografa più influente di tutti i tempi, Mary Ellen Mark (1940-2015) ha realizzato alcune delle immagini più iconiche d’America nel corso di una carriera durata mezzo secolo.

La leggendaria fotografa americana, nota a livello mondiale per il fotogiornalismo e la ritrattistica, è un punto di riferimento nel campo della fotografia documentaristica. Ha realizzato saggi fotografici alquanto vividi e rivoluzionari. Tra i vari riconoscimenti, nel 2014 ha ricevuto il prestigioso premio George Eastman House Lifetime Achievement in Photography Award.

Mary Ellen Mark, Girl Jumping over a Wall, Central Park, Manhattan, New York, USA, 1967 © 1963-2013 Mary Ellen Mark / Howard Greenberg Gallery, NY

Il suo lavoro è stato abbondantemente pubblicato su libri e le principali riviste editoriali ed è conservato in collezioni pubbliche di tutto il mondo. Con la sua macchina fotografica ha esplorato la realtà delle persone – per la maggior parte donne – in una varietà di situazioni complesse e spesso difficili.

FOTOGRAFIA EUROPEA 2022

Per la qualità e l’ampiezza del suo lavoro, a questa esponente di punta del fotogiornalismo la VII edizione del Festival di fotografia di Reggio Emilia ha voluto dedicare la mostra storica, ospitata nelle sale affrescate del piano terra dei Chiostri di San Pietro.

©Mary-Ellen-Mark_8_Gypsy-Camp.-Barcelona,-Spain,-1987

UN’INVINCIBILE ESTATE è il titolo di FOTOGRAFIA EUROPEA 2022, l’ atteso appuntamento di caratura internazionale che si svolge quest’anno dal 29 aprile al 12 giugno 2022. Sotto la direzione artistica composta da Tim Clark e Walter Guadagnini, il quale dichiara:

Mary Ellen Mark è presentata con un’antologica dal taglio particolare, vale a dire che le fotografie in mostra appartengono a cicli diversi del suo lavoro dedicato specificamente all’universo femminile.

Allestimento-©-Sandro-Lucentini_1

LA VITA DELLE DONNE

La mostra Mary Ellen Mark: The Lives of Women, a cura di Anne Morin, copre quasi l’intera carriera della fotografa, dal 1967 fino al 2011. Rimarrà aperta fino al 5 giugno. Consiste di 90 fotografie in bianco e nero e del film a colori Twins”. Si tratta di immagini riprese da progetti, reportage e servizi vari. Tra i quali citiamo: quelle sulle tossico-dipendenze nella Londra di fine anni ‘60, quella sui pazienti psichiatrici dell’Oregon, la serie su Calcutta, la serie sul Ku Klux Klan, quella sulla famiglia per la rivista Life e la serie del 1989 sul Circo Indiano che toglie le bambine dalla strada.

©Mary-Ellen-Mark_10_Acrobat-Sleeping-Famous-Circus-Calcutta-India-1989

Fa parte dell’esposizione anche una serie di immagini che Mary Ellen Mark ha realizzato su commissione e che raccontano in un certo senso l’altro lato, quello grottesco, della società del sogno americano, ovvero della società dello spettacolo. Con le sue sale da ballo per sole donne a Palm Beach e quella dei gigolot del 1983. Con le sfilate delle icone della cultura americana come Batman, le celebrities o gli incontri di massa dei gemelli agli inizi degli anni 2000.

©Mary-Ellen-Mark_11_gibbs-senior-high-school-prom-st-petersburg-florida-usa-1986

Nel riprendere l’umanità dolente di donne, giovani e meno giovani, per condividerla con un pubblico più vasto, Mary Ellen Mark regala ai suoi soggetti una voce significativa, spesso estremamente potente.

Allestimento.-Nelle-foto–pazienti-psichiatriche-©-Sandro-Lucentini

UN PASSO INDIETRO

Secondo Walter Guadagnini la fotografa ha la capacità di leggere la figura femminile entrando all’interno delle situazioni, spesso drammatiche, riuscendo sempre però a rimanere un passo indietro. Quanto basta per non invadere lo spazio del privato di ognuno di questi soggetti.

Un racconto il suo che tuttavia evita una partecipazione troppo sentimentale rispetto alle diverse situazioni. A questo proposito scrive la stessa Mary Ellen Mark: “Ho imparato fino a che punto puoi spingerti prima di dover abbassare la macchina fotografica”.

©Mary-Ellen-Mark_12_Elephant-tamer-Famous Circus-Calcutta-India-1989

Il lavoro di Mary Ellen Mark precede l’attenzione odierna sulle sofferenze e gli abusi sulle donne messi in luce dal movimento #MeToo, con numerosi progetti che indagano in profondità la vita delle donne in contesti dolorosi. Come il caso degli scatti del 1981 che ritraggono le prostitute di Falkland Road. Un servizio sulla vitadelle lavoratrici del sesso nel malfamato quartiere a luci rosse di Mumbai.

©Mary-Ellen-Mark_13_lavoratrici-del-sesso-nel-quartiere a luci rosse-Mumbai

LE PAZIENTI DEL REPARTO PSICHIATRICO

Ward 81 è stato il suo primo progetto fotografico di approfondimento. Nel 1976 ha vissuto per sei settimane allo State Mental Hospital di Salem, in Oregon, per fare fotografie nel Ward 81, il reparto di massima sicurezza per le donne. Ricoverate lì perché rappresentavano un pericolo per sé stesse o per gli altri. Durante quel periodo Mary Ellen Mark ha avuto modo di conoscere bene le donne e i loro stati d’animo guadagnandosi la loro fiducia.

Scrive Mary Ellen Mark: “Ho imparato quanto sia importate stare con un soggetto e diventare parte della sua vita quotidiana. Ho anche imparato che puoi catturare i momenti più intimi confondendoti con lo sfondo”.

©Mary-Ellen-Mark_9_Santa Teresa di Calcutta_3

Tra il 1980 e il 1981 la fotografa effettua due viaggi a Calcutta per incontrare Madre Teresa che aveva appena vinto il premio Nobel per la Pace, nel 1979. La religiosa le accorda il permesso di visitare tutte le sue missioni di carità e scattare tutte le foto che vuole. La fotografia sulla rivista Life” ritrae Madre Teresa mentre dà da mangiare a un uomo in fin di vita nella Casa dei Morenti. Per intervistarla Mary Ellen Mark l’ha dovutaseguire per una settimana in un viaggio a New Delhi.

Allestimento-Nella foto_rivista Life con Madre Teresa © Sandro Lucentini

RAGAZZE DI VITA

Nel 1983 la fotografa parte alla volta di Seattle su richiesta della rivista Life. Volevano una storia sui bambini e i ragazzi che avevano abbandonato le loro famiglie e vivevano per le strade di quella città. Mark scopre dove i bambini si accucciavano di notte, cosa facevano di giorno, come bevevano, si drogavano o facevano festa. Si rende anche conto che la maggioranza dei ragazzi e delle ragazze si prostituiva per sopravvivere. Finché un giorno si imbatte in Tiny, al secolo Erin Blackwell, una ragazzina davvero minuta di 13 anni. Vestita da adulta, fa la prostituta. Da allora e per 30 anni Tiny, che si trova totalmente a suo agio davanti alla fotocamera,diventa un suo continuo soggetto fotografico. Nell’immagine ingrandita dell’allestimento, Tiny aveva messo insieme per Halloween un costume che la facesse sembrare, con le sue stesse parole, “come una puttana francese”.

Tiny ©Mary-Ellen-Mark_blowing a bubble, Seattle, 1983

Nel 1990 ancora Life le chiede un servizio su una scuola speciale per bambini problematici. Una ventina dibambini con problemi che andavano da una lieve instabilità comportamentale a una grave schizofrenia. La fotografa si interessa in modo particolare ad Amanda, nove anni, molto intelligente e molto cattiva. La segue e la fotografa anche a casa dove vive con sua madre che controlla totalmente. Le dà costantemente ordini e si mette il suo smalto e il suo trucco. Ogni 45 minuti si accende una sigaretta che fuma apertamente davanti a lei. Amanda è senza dubbio il capo. Ma quando la sua cuginetta viene a trovarla, tutte e due si mettono a giocare come bambine, che in effetti è quello che sono. Mary Ellen Mark le immortala a mollo nella piscinetta gonfiabile. Amanda sfoggia un trucco nero pesante sugli occhi mentre si sta fumando la solita sigaretta.

©Mary Ellen Mark_Amanda and her cousin Amy, Valdese, North Carolina, USA, 1990

TWINS

Nella sezione dedicata alle fotografie dei gemelli, su di uno schermo posto sul pavimento viene anche trasmesso il film Twins del 2002. Prodotto da Mary Ellen Mark col marito Martin Bell, il film è stato realizzato insieme al libro omonimo. Dura 17 minuti e presenta 24 coppie di gemelli incontrati al Twins Days Festival di Twinsburg, in Ohio.

©Mary-Ellen-Mark-Twins-Walter-and-David-Oliver-65-years

Poche sono le cose nella vita che attirano lo sguardo o affascinano più dei gemelli identici. Tutto nel loro aspetto è degno di essere notato: dalla precisa duplicazione dei loro lineamenti fino all’esatta posizione delle loro lentiggini. Sia nelle immagini che nel film Mark rivolge il suo occhio acuto e il suo cuore allo straordinario legame che esiste tra questi fratelli molto speciali.

UN’INVINCIBILE ESTATE

Promosso e prodotto da Fondazione Palazzo Magnani insieme al Comune di Reggio Emilia con il contributo della Regione Emilia-Romagna, il Festival 2022 di Fotografia Europea si ispira nel titolo ad una frase del grande scrittore francese Albert Camus.

Quella che recita: “Imparavo finalmente, nel cuore dell’inverno, che c’era in me un’invincibile estate”. Parole che inducono a una riflessione sulle forze interiori che guidano l’uomo, come individuo, nelle sue azioni in ogni momento della sua vita. La capacità di resistere alle avversità, di non essere sopraffatti dalle difficoltà che si presentano e naturalmente il coraggio. La volontà dunque di attraversare “l’inverno” nella consapevolezza che esiste veramente, dentro di noi, “un’invincibile estate”.

©Mary-Ellen-Mark_Allestimento. Nelle foto e nel film_Twins_©Sandro Lucentini

Abbiamo visto come nel suo lavoro Mary Ellen Mark affronta tematiche ricorrenti come la povertà, la prostituzione, la vita del circo, la tossicodipendenza, i travestimenti, i malati psichiatrici, i gruppi neonazisti e così via. Ma sullo sfondo di tutte queste tematiche i protagonisti sono sempre esseri umani sulla soglia dell’emarginazione, persone che hanno già superato il limite e che vivono in un’altra temporalità. Dice la curatrice Anne Morin:

Penso che linteresse che Mary Ellen Mark ha nutrito verso la realtà si sia conservato intatto nel corso di tutta la sua vita. In questo senso lei è davvero stata una fotografa documentarista con un tocco di umanesimo. Ci mostra che anche nella peggiore delle situazioni, nel profondo dell’inferno c’è bellezza, umanità e speranza.E questo è probabilmente ciò che rende unico il suo lavoro”.

©Mary-Ellen-Mark_American Suburb

BIO Pop di Anna Amendolagine

ANNA-AMENDOLAGINE  – © Sandro Lucentini

Curatore indipendente, critico e giornalista vive e lavora tra Roma e Rimini. Ama stare a contatto con la natura, andare in bicicletta e portare il cane a spasso. Colore preferito il verde. La sua squadra del cuore è quella che gioca col cuore. Pratica estensivamente sia lo Yoga che la Dolce Vita.

La sua attività curatoriale comprende l’ideazione e la realizzazione di mostre, testi e cataloghi d’arte, rassegne ed eventi culturali in collaborazione con Istituzioni pubbliche e private sia in Italia che all’estero. La sua è una dieta a base di pittura, scultura, fotografia, video, istallazioni, performance. Va matta per la street-art.

Membro della giuria o del Comitato Scientifico in diversi concorsi artistici.

Giornalista pubblicista e Addetto ufficio stampa ha pubblicato numerosi articoli di arte e cultura su riviste cartacee e online.

Tifa per l’Europa e ha ricoperto il ruolo di Coordinatore Tecnico Europeo per due importanti progetti culturali dell’Unione Europea : PETRA e LEONARDO.