Libro di MARCO MOLENDINI

Una volta un jazzista, un amico, durante una chiacchierata mi disse “quello del jazz è un mondo strano, in cui sembra che tutte le cose accadano per caso. Tutti i jazzisti, o quasi tutti, hanno delle caratteristiche comuni: trattano male le proprie donne, si dimenticano di pagare le bollette, sembrano vivere in una bolla. Ma tutti sono accomunati da una grande passione per la musica che fanno. E questo a prescindere dal loro status sociale ed economico”. Ho spesso pensato a quelle parole e alle emozioni che questa musica mi ha fatto provare negli anni vivendola da fruitore, da ascoltatore. Questo libro mi ha fatto rivivere quelle sensazioni. La storia di uno dei protagonisti, un po’ sgarrupati, di questo mondo in Italia, ricca di aneddoti, in una Roma che non esiste più, ma anche una storia di amicizia e di passioni. A tratti commovente. Si legge d’un fiato. Vi piacerà.

Recensione di Nicola Gaeta

Descrizione

Questo libro racconta l’incredibile e affascinante storia del principe Pepito Pignatelli, batterista e appassionato di jazz, del mondo che gli ruotava attorno e che in larga parte è coinciso con la Roma della Dolce vita, e delle sue mille, folli imprese per portare nella capitale la musica che considerava la più bella del mondo. Il suo cahier nobiliare lo teneva quasi nascosto, scritto su una mattonella di ceramica appesa nella piccola cucina dell’attico di via della Lungaretta 97 in cui ha vissuto per vent’anni. Nato in Messico da un padre donnaiolo e dissipatore, cresciuto nella Roma del fascismo, innamoratosi del jazz in giovanissima età, al punto da assordare con i suoi assoli di batteria i padri gesuiti del prestigioso collegio dove era stato spedito a studiare, Pepito Pignatelli è un personaggio leggendario: a vent’anni ha fondato il Mario’s Bar, primo jazz club italiano; ancora giovanissimo ha conosciuto il carcere per una scapestrata vicenda di droga; dagli anni Cinquanta ha animato le notti dei locali più celebri, tra via Veneto e Trastevere; si è coperto di debiti pur di tenere in vita il Blue Note e il Music Inn, due locali che hanno fatto la storia; ha conosciuto, ospitato, accompagnato nei loro giorni romani maestri come Chet Baker, Gato Barbieri, Dexter Gordon. Un affresco della Roma degli anni Sessanta e Settanta condotto attraverso la biografia in note di un suo grandissimo protagonista.

Marco Molendini – BIO

Giornalista e critico musicale di lunga esperienza, è una delle firme di punta de “Il Messaggero”, di cui è stato redattore capo del servizio spettacoli dal 1981 al 1995. Nato a Bologna e residente a Roma è stato conduttore su Radio Rai di programmi dedicati al jazz, dal 1982 al 1992, collaboratore per programmi sul jazz di Raisat prima e poi di Rai 5, è anche autore di libri: una biografia di Frank Sinatra, una di Caetano Veloso, un doppio racconto sul rapporto fra Veloso e Gilberto Gil dal titolo “Fratelli Brasile” e del libro fotografico “Le strade del cinema portano a Roma”. È stato autore televisivo del programma di Raiuno “Speciale per me” di Renzo Arbore. Insegna al Master di critica giornalistica dell’Accademia d’arte Silvio D’Amico.