Terza Puntata

di Carolina Starzinski

Nella credenza comune, l’unico compito di un direttore della fotografia è quello di riprendere accuratamente tutto ciò che accade davanti alla macchina da presa.

Si tratta di una supposizione errata. Una delle figure principali di una produzione – e non solo per le conoscenze tecniche – il direttore della fotografia di solito lavora con il regista per trasformare tutte le componenti non verbali di una narrazione in elementi visivi. È questa, infatti, la logica che sta alla base del nome di direttore della fotografia (dalle sue radici greche, “colui che scrive con il movimento”).

Le funzioni principali del direttore della fotografia sono l’illuminazione, la colorazione, l’inquadratura, la regolazione dell’esposizione e il movimento della macchina da presa. Questi elementi creano un ambiente visivo che aiuta il pubblico a comprendere meglio i personaggi e la storia.

Sebbene insieme ad aspetti come la scenografia e il guardaroba – ogni elemento nel cinema è essenziale – il compito del direttore della fotografia è quello di creare l’atmosfera richiesta dalla narrazione. Per questo motivo, è consuetudine che un regista faccia squadra con un determinato direttore della fotografia, che collabora alla ricerca di intenti condivisi e di un determinato stile.

La storia del cinema è molto recente rispetto a quella di altre forme d’arte e la sua estetica ha subito molti cambiamenti a causa dello sviluppo di nuove tecnologie. I direttori della fotografia elencati qui di seguito in ordine alfabetico sono stati i migliori del loro tempo, quelli che hanno utilizzato al meglio gli strumenti disponibili al momento per girare bei film.

In questa puntata troverete altri 10 grandi Direttori della Fotografia

21. Sven Nykvist 
Lo svedese
Sven Nykvist è noto soprattutto per la sua collaborazione con il regista Ingmar Bergman, che è durata venticinque anni. Ha aperto la strada all’uso della luce naturale nel cinema, ed è fortemente acclamato per la sua capacità di dare un aspetto naturalistico. Con Bergman ha lavorato ad esempio in “Come in uno specchio” (1961), “Il silenzio” (1963) e “Luci d’inverno” (1963), “Persona” (1966), “Sussurri e grida”(1973) e “Fanny e Alexander” (1982). Ha poi lavorato con Woody Allen: “Un’altra donna” (1988) e “Crimini e misfatti” (1989), con Roman Polanski (“L’inquilino del terzo piano”, 1976) e Andrei Tarkovsky (“Sacrificio”, 1986).

22. Robert Richardson 
Robert Richardson ha collaborato con importanti registi come Oliver Stone (“Platoon”, “JFK”, “Natural Born Killers”), Martin Scorsese (“The Aviator”, “Shutter Island”, “Hugo Cabret”) e Quentin Tarantino(“Kill Bill”, “Bastardi senza gloria”, “Django Unchained”). Ha vinto tre premi Oscar per la miglior fotografia: nel 1991 con “JFK”; nel 2005 con “The Aviator”; e nel 2012 con “Hugo Cabret”.

23. Vittorio Storaro 
Vittorio Storaro ha vinto 3 Premi Oscar, ha collaborato con Bernardo Bertolucci dal 1970 (“Il conformista”) al 1993 (“Piccolo Buddha”). Per Francis Ford Coppola ha fotografato “Apocalypse Now!”(1979), per il quale ha vinto il suo primo Oscar. Le altre due statuette sono arrivate per “L’ultimo imperatore”(1987) di Bertolucci e “Reds” (1981) di Warren Beatty. E’ stato candidato per “Dick Tracy” (1990).

24. Gregg Toland 
“Quarto potere” (1941) di Orson Welles è un film indimenticabile, tra i migliori della storia del cinema. Parte del merito è del direttore della fotografia Gregg Toland. Ma la sua genialità risale a prima di “Citizen Kane”: tra il 1936 e il 1942 è stato nominato a sei premi Oscar: “Il sergente di ferro” (1935), “Strada sbarrata”(1937), “Intermezzo: A Love Story” (1939), “La voce nella tempesta” (1939, per cui ha vinto), “Lungo viaggio di ritorno” (1940) e “Quarto potere” (1941).

25. Sergei Urusevsky 
Nei suoi primi anni come direttore della fotografia ha lavorato con
Yuli Raizman, Vsevolod Pudovkin e Grigoriy Chukhrai. Il suo lavoro più conosciuto è “Quando volano le cicogne” (1957) con cui ha iniziato la collaborazione con il regista Mikhail Kalatozov. Con lui ha poi realizzato “La lettera non spedita” (1959) e “Soy Cuba” (1964).

26. Haskell Wexler 
La sua prima produzione ad alto budget come direttore della fotografia è stato
“Il ribelle dell’Anatolia” (1963) di Elia Kazan. Tre anni dopo ha vinto il suo primo Oscar per la migliore fotografia con “Chi ha paura di Virginia Woolf?” (1966). Il secondo Oscar arriva con “Questa terra è la mia terra” (1976) ma venne candidato anche per “Qualcuno volò sul nido del cuculo” (1975), “Matewan” (1987) e “Scandalo Blaze”(1989).

27. Gordon Willis 
Nella sua filmografia si trovano molti film notevoli, tra i quali
“La trilogia del Padrino” (1972, 1974 e 1990) e “Tutti gli uomini del presidente” (1976). Tuttavia, la sua collaborazione di lunga durata è stata con Woody Allen con cui ha iniziato con “Io e Annie” (1977) ed ha lavorato per ogni film fino al 1985: “Manhattan”(1979), “Zelig” (1983) e “La rosa purpurea del Cairo” (1985). E’ stato candidato all’Oscar per “Il padrino Parte II” e per “Zelig”, ma ha vinto un Oscar onorario nel 2010 con la motivazione “maestro di luce, ombra, colore e movimento”.

28. Freddie Young
La carriera di
Freddie Young è iniziata alla fine degli anni Venti ed è durata fino agli anni Ottanta. I suoi film più importanti sono quelli con David Lean: “Lawrence d’Arabia” (1963), “Il dottor Zivago” (1965) e “La figlia di Ryan” (1970), e tutti e tre gli hanno portato un Oscar. E’ stato inoltre candidato per “Ivanhoe” (1952) e “Nicola e Alessandra” (1971).

29. Vadim Yusov 
E’ stato il direttore della fotografia di quattro dei film più notevoli di
Andrej Tarkovskij ed è noto per aver avuto una grande influenza nello stile del regista: “Il rullo compressore e il violino” (1961), “L’infanzia di Ivan”(1962), “Andrej Rublëv” (1966) e “Solaris” (1972). Ha poi iniziato una proficua collaborazione con il regista russo Sergey Bondarchuk e ricordiamo “I dieci giorni che sconvolsero il mondo” (1983).

30. Vilmos Zsigmond 
Con più di 100 film, l’ungherese
Vilmos Zsigmond è considerato uno dei dieci direttori della fotografia più influenti di tutti i tempi. Alcuni dei suoi lavori più significativi sono “Sugarland Express” (1974), “Incontri ravvicinati del terzo tipo” (1977, con cui ha vinto un Oscar), “Il cacciatore” (1978) e “Blow Out” (1981). E’ stato candidato agli Oscar per “Il cacciatore” (1978), “Il fiume dell’ira” (1984) e “Black Dahlia” (2006).