L’eccezionale storia di Padre Marella

Un film di Otello Cenci

Filippo, un inquieto adolescente di oggi, deve svolgere per la scuola una ricerca sulla sua famiglia. Dai racconti della madre Lucia, Filippo scopre che Ivo, il nonno materno che non ha mai conosciuto, era un orfano, proprio come lui. A crescerlo fu Padre Marella, un personaggio davvero eccezionale: filosofo, mendicante, professore stravagante, salvatore di ebrei partigiani, ma soprattutto Padre per moltissimi ragazzi abbandonati. Per Filippo inizia un viaggio avventuroso e drammatico nella Bologna degli anni ’40 e ’50, alla scoperta di Padre Marella, di suo nonno Ivo e di sé stesso.


For a school assignment, Filippo, a troubled teenager, embarks on a long journey to the discovery of Father Marella, who helped persecuted people and accommodated hundreds of orphans, among which Ivo, Filippo’s grandfather. The young boy finds out that Father Marella was a key figure in Bologna in the 40s and 50s: not only a theologian, but also a charming professor, a philosopher and an innovator.

Cenni di Regia

“La Sorpresa” è il racconto dell’eccezionale vita del beato Don Olinto Marella, realizzato attraverso un laboratorio cinematografico che ha coinvolto, in piena emergenza Covid, circa 400 ragazzi emiliano-romagnoli.

Il progetto nasce su impulso e sostegno dell’Arcidiocesi di Bologna ed è stato realizzato grazie al contributo di numerose realtà private e istituzionali, unitamente a quello di tanti privati affezionati a questo personaggio così tanto amato, in particolare a Bologna, dove ha vissuto negli anni 40/50 e a Pellestrina, paese di cui è originario (14 giugno 1882).

Il lavoro ha avuto inizio un anno fa con il preciso intento di coinvolgere i giovani, attraverso il linguaggio cinematografico, alla scoperta di una figura così carismatica da essere popolarmente definita come “La coscienza di Bologna”.

L’incarico della produzione esecutiva è stato assegnato a Made Officina Creativa di Rimini che fin dall’inizio ha investito in questa sfida artistica, professionale e umana.

Dopo la prima fase di ricerca delle fonti, studio e scrittura della sceneggiatura, c’è stata una vera e propria ‘chiamata alle arti’, realizzata con un breve teaser, condiviso sul web e con locandine diffuse sul territorio.

Oltre 350 giovani, e non solo, hanno riempito, ordinatamente, le lunghe giornate di casting attraverso cui si sono definiti gli interpreti ed anche individuati i collaboratori per i diversi reparti produttivi (costumi, scenografie, ricerca location, trucco e parrucco…).

I gruppi di lavoro sono stati guidati da esperti professionisti che, nonostante le enormi difficoltà dettate dalla pandemia, sono riusciti ad appassionare i ragazzi, portandoli tutti fino al termine del lavoro. Un risultato senza dubbio eccezionale e sorprendente per gli stessi professionisti.

In mezzo a questo cast così eterogeneo e motivato, a volte talentuoso, ma sicuramente inesperto, figurano degli interpreti di grande esperienza, di vero talento e, aggiungo io, alla luce del lavoro svolto, di grande cuore. Tra questi spicca ovviamente Stefano Abbati, interprete di Padre Marella, attore di origini romagnole, con una lunga carriera nel teatro e nel cinema, fin da subito appassionatosi al progetto. La sua presenza sul set è stata di grande aiuto per tutti e lui stesso, a sua volta, è rimasto conquistato dall’ambiente creatosi nelle tre settimane di lavoro.

Tre settimane: un periodo veramente breve per girare un film in costume con tante location ed un set ricco di bambini e perfino animali, ma le condizioni economiche hanno scelto per noi, come spesso accade per una produzione decisamente indipendente.

Nonostante le condizioni proibitive non ci siamo fermati davanti agli ostacoli, nemmeno quando a due giorni delle riprese, Bologna è diventata zona rossa, aumentando così il livello di complessità dell’operazione e innalzando ovviamente le spese.

Blasco Giurato, fin dall’inizio nostro prezioso DOP ha dovuto rinunciare all’impresa di seguire di persona le settimane di girato, rimanendo però coinvolto e partecipe, fino alla fase di post-produzione con i suoi preziosi suggerimenti. Gianni Morandi già previsto nelle riprese, ha subito purtroppo un grave incidente che lo ha tenuto in ospedale per diverso tempo e quindi lontano dal set. Il Cardinal Zuppi invece ha preso parte alle riprese donando un divertente cameo, come segno del suo sostegno e simpatia verso il progetto.

In sintesi, il film è un miracolo realizzato attraverso l’aiuto e il coinvolgimento di tantissime persone che si sono date da fare, hanno donato e si sono coinvolte per conoscere e raccontare il fondatore della città dei ragazzi attraverso la magia del cinema. Sì, perché la settima arte da sempre cattura in modo irresistibile i sogni dei giovani e degli adulti ancora capaci di viaggiare con la fantasia. E così, anche nel nostro caso, il desiderio di conoscere il ‘dietro le quinte’ o, meglio, il ‘dietro la telecamera’, ha giocato un ruolo decisivo.

Come tutte le grandi imprese, non è stata una passeggiata, i ritmi di lavoro e i continui imprevisti, hanno messo alla prova la tenuta di tutti. Ma più difficile è la meta e più soddisfazione si prova ad arrivare in cima. Inoltre, citando Padre Marella: ‘se una difficoltà c’è, c’è per essere superata, a me non viene neanche in mente di fermarmi’.

Il film è un viaggio tra presente e passato, svolto attraverso gli occhi di Filippo, un giovane ragazzo dei giorni nostri, chiamato a raccontare la sua famiglia, in occasione di un compito scolastico. Le sue domande e le sue inquietudini di figlio adottivo si riaccendono, facendogli trovare una particolare sintonia con la figura del nonno materno, accolto da bambino da Padre Marella. Le vicende dei due ragazzi orfani si intrecciano in un susseguirsi di eventi che mettono in luce la figura di quell’uomo giunto da una lingua di terra davanti a Chioggia, per cui ogni sorpresa era segno di un grande amore.

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