Prima Puntata

di Carolina Starzinski

Nella credenza comune, l’unico compito di un direttore della fotografia è quello di riprendere accuratamente tutto ciò che accade davanti alla macchina da presa.

Si tratta di una supposizione errata. Una delle figure principali di una produzione – e non solo per le conoscenze tecniche – il direttore della fotografia di solito lavora con il regista per trasformare tutte le componenti non verbali di una narrazione in elementi visivi. È questa, infatti, la logica che sta alla base del nome di direttore della fotografia (dalle sue radici greche, “colui che scrive con il movimento”).

Le funzioni principali del direttore della fotografia sono l’illuminazione, la colorazione, l’inquadratura, la regolazione dell’esposizione e il movimento della macchina da presa. Questi elementi creano un ambiente visivo che aiuta il pubblico a comprendere meglio i personaggi e la storia.

Sebbene insieme ad aspetti come la scenografia e il guardaroba – ogni elemento nel cinema è essenziale – il compito del direttore della fotografia è quello di creare l’atmosfera richiesta dalla narrazione. Per questo motivo, è consuetudine che un regista faccia squadra con un determinato direttore della fotografia, che collabora alla ricerca di intenti condivisi e di un determinato stile.

La storia del cinema è molto recente rispetto a quella di altre forme d’arte e la sua estetica ha subito molti cambiamenti a causa dello sviluppo di nuove tecnologie. I direttori della fotografia elencati qui di seguito in ordine alfabetico sono stati i migliori del loro tempo, quelli che hanno utilizzato al meglio gli strumenti disponibili al momento per girare bei film.

In questo numero troverete i primi 10 grandi Direttori della Fotografia

1. John Alcott (1930 – 1986)
Quando parliamo di
John Alcott il collegamento con Stanley Kubrick è immediato. Ha iniziato a lavorare (come fotografo aggiuntivo) con il regista in “2001: Odissea nello spazio” (1968) e poi è diventato il responsabile per lo sviluppo di tecniche innovative per il cinema. Il suo primo film da direttore della fotografia è stato “Arancia meccanica” (1971). Quattro anni più tardi lavorò di nuovo con Kubrick in “Barry Lyndon”(1975), con cui vinse l’Oscar per la miglior fotografia. Kubrick volle girare solo con le luci naturali per dare al film “l’aspetto di un dipinto”. Nel 1980 Alcott lavorò ancora con Kubrick in “Shining” con la sua bella e innovativa Steadicam.

2. Nestor Almendros (1930-1992)
Nestor Almendros è una figura importante della
Nouvelle Vague. Durante gli anni sessanta ha lavorato con Eric Rohmer, con cui ha iniziato la sua carriera come direttore della fotografia con “La collezionista” (1967). Lo ricordiamo poi con Rohmer per “La mia notte con Maud” (1969), “Il ginocchio di Claire” (1970) e “L’amore, il pomeriggio” (1972). Ha lavorato anche con altri registi importanti del movimento francese, tra cui François Truffaut per “Il ragazzo selvaggio” (1970) e “Adèle H., una storia d’amore” (1975). Tra i film di Hollywood ha fotografato “I giorni del cielo” di Terrence Malick (1978), per cui ha vinto un Oscar,“Kramer contro Kramer” (1979) e “La scelta di Sophie” (1982). 

3. Robert Burks (1909-1968)
Robert Burks è stato il direttore della fotografia preferito di Alfred Hitchcock, hanno lavorato insieme in 12 film: “L’altro uomo” (1951), “Io confesso” (1953), “La finestra sul cortile” (1954), “Il delitto perfetto” (1954), “Caccia al ladro” (1955), “La congiura degli innocenti” (1955), “L’uomo che sapeva troppo”(1956), “Il ladro” (1956), “La donna che visse due volte” (1958), “Intrigo internazionale” (1959), “Gli uccelli” (1963) e “Marnie” (1964). Ha vinto l’Oscar per la miglior fotografia per “Caccia al ladro”.

4. Jack Cardiff (1914-2009)
Jack Cardiff è stato il primo direttore della fotografia a vincere, nel 2001, un Oscar onorario nella storia degli Academy Awards. Cardiff ha vinto il suo primo Oscar per la migliore fotografia con “Narciso nero” (1947). Ha poi vinto di nuovo con “Guerra e pace” (1956) e per la terza volta con “Fanny” (1961). Il documentario “Cameraman: The Life and Work of Jack Cardiff” (2010) ci racconta il mondo e la vita di questo straordinario artista. Michael Powell lo ha descritto come “un genio, un sognatore, un bambino”. Cardiff, oltre che occuparsi di fotografia, è stato anche regista e si è occupato di montaggio, scenografia, effetti visivi e recitazione. 

5. Michael Chapman (1935-2020)
Michael Chapman ha iniziato la sua carriera di direttore della fotografia in film come “Il Padrino” (1972) e “Lo squalo” (1975). Sarebbe diventato il direttore della fotografia preferito di Martin Scorsese per un decennio, e insieme hanno realizzato (tra i tanti) “Taxi Driver” (1976) e “Toro Scatenato” (1980). Ha smesso di lavorare nel 2007 dichiarando di non aver voglia di girare del materiale in digitale. 

6. Raoul Coutard (1924-2016)
Raoul Coutard è una delle figure più conosciute della Nouvelle Vague francese. Il suo interesse per la fotografia è iniziato quando ha trascorso undici anni in Vietnam a lavorare come fotografo di guerra. Tra i suoi film: “Fino all’ultimo respiro” (1960) di Jean-Luc Godard (1960), “Jules e Jim” (1962) di François Truffaut, “Il disprezzo” (1963) di Jean-Luc Godard, “Bande à part” (1964) di Jean-Luc Godard e “La sposa in nero” (1968) di François Truffaut.

7. Roger Deakins (1949)
Roger Deakins ha studiato graphic design da adolescente perché voleva diventare un pittore: ma a scuola ha scoperto la sua passione per la fotografia. E’ stato nominato agli Oscar per 13 film ma non ha mai vinto: “Le ali della libertà”, “Fargo”, “Kundun”, “Fratello dove sei”?, “L’uomo che non c’era”, “L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford”, “Non è un paese per vecchi”, “The Reader” “A voce alta”, “Il Grinta”, “Skyfall”, “Prisoners”, “Unbroken”, “Sicario”.

8. Tonino Delli Colli (1923-2005)
Ha fotografato il primo film colorato italiano (
“Totò a colori” – 1951). Tra i suoi lavori: “Il buono, il brutto, il cattivo” (1966), “C’era una volta il West” (1968) e “C’era una volta in America” (1984), “Il nome della rosa” (1986), “Luna di fiele” (1992), “La morte e la fanciulla” (1994), “Accattone” (1961), “Mamma Roma” (1962), “Il Vangelo secondo Matteo” (1964), “Uccellacci e uccellini” (1966), “Ginger e Fred” (1986), “Intervista” (1987). Il suo ultimo lavoro è stato “La vita è bella” (1997) di Roberto Benigni

9. Christopher Doyle (1952)
Christopher Doyle ha lavorato con molti registi importanti, ma la sua opera più acclamata e degna di nota è la collaborazione con Wong Kar Wai, che è durata per quindici anni. Ricordiamo: “Hong Kong Express”(1994), “In the Mood for Love” (2000) e “2046” (2004). Negli ultimi dieci anni ha fotografato “Lady in the Water” (2006) di M. Night Shyamalan, “Paranoid Park” (2007) di Gus Van Sant, “The Limits of Control”(2009) di Jim Jarmusch (2009) e “Ondine – Il segreto del mare” (2009) di Neil Jordan.

10. Gunnar Fischer (1910-2011)
Gunnar Fischer è noto soprattutto per la sua collaborazione con Ingmar Bergman: “Monica e il desiderio”(1953), “Il posto delle fragole” (1957), “Il settimo sigillo” (1957) e “L’occhio del diavolo” (1960). Regalò ai film di Bergman uno sguardo espressionistico e i contrasti che intensificavano il mondo psicologico all’interno delle immagini.