Seconda Puntata

di Carolina Starzinski

Nella credenza comune, l’unico compito di un direttore della fotografia è quello di riprendere accuratamente tutto ciò che accade davanti alla macchina da presa.

Si tratta di una supposizione errata. Una delle figure principali di una produzione – e non solo per le conoscenze tecniche – il direttore della fotografia di solito lavora con il regista per trasformare tutte le componenti non verbali di una narrazione in elementi visivi. È questa, infatti, la logica che sta alla base del nome di direttore della fotografia (dalle sue radici greche, “colui che scrive con il movimento”).

Le funzioni principali del direttore della fotografia sono l’illuminazione, la colorazione, l’inquadratura, la regolazione dell’esposizione e il movimento della macchina da presa. Questi elementi creano un ambiente visivo che aiuta il pubblico a comprendere meglio i personaggi e la storia.

Sebbene insieme ad aspetti come la scenografia e il guardaroba – ogni elemento nel cinema è essenziale – il compito del direttore della fotografia è quello di creare l’atmosfera richiesta dalla narrazione. Per questo motivo, è consuetudine che un regista faccia squadra con un determinato direttore della fotografia, che collabora alla ricerca di intenti condivisi e di un determinato stile.

La storia del cinema è molto recente rispetto a quella di altre forme d’arte e la sua estetica ha subito molti cambiamenti a causa dello sviluppo di nuove tecnologie. I direttori della fotografia elencati qui di seguito in ordine alfabetico sono stati i migliori del loro tempo, quelli che hanno utilizzato al meglio gli strumenti disponibili al momento per girare bei film.

In questa puntata troverete altri 10 grandi Direttori della Fotografia

11. Tak Fujimoto 
Tak Fujimoto ha lavorato con molti registi famosi, come Jonathan Demme e M. Night Shyamalan. Tra i notevoli film ricordiamo “La rabbia giovane” (1973), “Una pazza giornata di vacanza” (1986), “Il silenzio degli innocenti” (1991), “Il Gladiatore” (1992), Philadelphia (1993), “Il sesto senso” (1999), “Signs”(2002), “The Manchurian Candidate” (2004), “E venne il giorno” (2008).

12. Conrad L. Hall 
Il suo lavoro come direttore della fotografia ha attraversato quasi mezzo secolo e ha affrontato innumerevoli cambiamenti. Tra i suoi lavori:
“Nick mano fredda” (Cool Hand Luke), regia di Stuart Rosenberg (1967), “Butch Cassidy” (1969) e “Il giorno della locusta” (1975), “In cerca di Bobby Fischer” (1993), “American Beauty” (1999), “Era mio padre” (2002). Ha vinto 3 premi Oscar: “Butch Cassidy” (1970), “American Beauty” (2000), “Era mio padre” (2003).

13. James Wong Howe 
E’ stato candidato 10 volte agli Oscar: “Funny Lady” (1975), “Operazione diabolica” (1966), “Hud il selvaggio” (1963), “Il vecchio e il mare” (1958), “La rosa tatuata” (1955), “Arcipelago in fiamme” (1943), “Fuoco a oriente” (1943), “Delitti senza castigo” (1942), “Abramo Lincoln” (1940), “Un’americana nella casbah” (1938). Ha vinto l’Oscar per “Hud” (1963) e “La rosa tatuata” (1955).

14. Slawomir Idziak 
Slawomir Idziak ha collaborato con Krzysztof Zanussi e con Krzysztof Kieslowski. Per lui ha fotografato ad esempio “La doppia vita di Veronica” (1991) e “Tre colori: Film Blu” (1993). Negli ultimi venti anni ha fotografato molti film di Hollywood: “Gattaca” (1997), “Black Hawk Down” (2001, per cui è stato candidato all’Oscar) e “Harry Potter” e “l’Ordine della Fenice” (2007).

15. Janusz Kaminski
Janusz Kaminski è diventato famoso con “Schindler’s List – La lista di Schindler” (1993) che gli ha fatto vincere il suo primo Oscar; il secondo è stato per “Salvate il soldato Ryan” (1999). Il film segna anche l’inizio della sua collaborazione con Steven Spielberg con cui ha lavorato in altri 15 film (l’ultimo in ordine di tempo è“Il GGG – “Il Grande Gigante Gentile” (2016). Anche se le sue opere più notevoli sono state girate conSpielberg, Kaminski ha lavorato anche per produzioni più piccole, come “Lo scafandro e la farfalla” (2007). 

16. Robert Krasker 
L’opera più importante di
Robert Krasker è la collaborazione con Carol Reed: ne “Il terzo uomo” (1949), ha usato l’illuminazione a contrasto e le angolazioni oblique per catturare l’atmosfera decadente del dopoguerra di Vienna. Il film gli ha fatto vincere un premio Oscar. Altri film importanti per la sua carriera: “Breve incontro”di David Lean (1945), “Senso” di Luchino Visconti (1954), “Giungla di cemento” di Joseph Losey (1960), “El Cid” di Anthony Mann (1961).

17. Ellen Kuras 
Ha lavorato con
Michel Gondry (“Eternal Sunshine of the Spotless Mind” [2004], “Be Kind Rewind – Gli acchiappafilm” [2008]) e Spike Lee (“S.O.S. Summer of Sam – Panico a New York” [1999], “Bamboozled” [2000]). Ha esordito alla regia nel 2008 con “The Betrayal – Nerakhoon”, candidato all’Oscar al miglior documentario.

18. Emmanuel Lubeszki 
Il messicano
Emmanuel Lubeszki ha vinto tre Oscar consecutivi per la migliore fotografia (“Gravity” nel 2014, “Birdman” nel 2015 e “Revenant – Redivivo” nel 2016). E’ stato candidato per altri lavori: “La piccola principessa” (1995), “Il mistero di Sleepy Hollow“ (1999), “The New World” (2005), “I figli degli uomini”(2006) e “The Tree of Life” (2011).

19. Kazuo Miyagawa 
Kazuo Miyagawa è stato direttore della fotografia per eccellenza del Giappone, dopo aver iniziato la sua carriera negli anni Trenta. Ha collaborato con i più grandi registi del paese, come Akira Kurosawa, Kenji Mizoguchi e Yasujiro Ozu. Tra i suoi film ricordiamo: “Rashomon” (1950), “I racconti della luna pallida d’agosto” (1953), “Erbe fluttuanti” (1959) e “La sfida del samurai” (1961).

20. Robby Müller 
Robby Müller è conosciuto per la sua collaborazione con il regista tedesco Wim Wenders: “Alice nelle città”(1974), “L’amico americano” (1977), “Paris, Texas” (1984), “Fino alla fine del mondo” (1991). Ha lavorato anche con Lars von Trier (“Le onde del destino” e “Dancer in the Dark”), Pieter Bogdanovich e Jim Jarmusch (“Daunbailò”, “Dead Man”, “Ghost Dog – Il codice del samurai”).