Il Fotografo dell’Italia in Bianco e Nero 

Nino Migliori_Foto_© Fondazione Nino Migliori

Le fotografie di Nino Migliori degli anni cinquanta misurano la realtà attraverso una sorta di documentazione iconica e antropologica che riporta alla memoria gli scritti di De Martino. Il tema di fondo è il paesaggio dell’Italia con i suoi piccoli paesi, con la sua gente e le sue dinamiche sociali. I suoi scatti propongono una società non tanto con l’intento del documentarista, quanto con gli occhi del menestrello di racconti, dell’affabulatore dell’immagine. In lui il senso della narrazione fotografica è forte e raccoglie un corpus ricco di citazioni, rimandi, allusioni, ne sono un esempio le immagini di Gente dell’Emilia e Gente del Sud. In esse il racconto si fa espressione di emozione che si traduce in un bianco e nero di rigorosa ed impeccabile qualità stilistica. È da questa produzione che ci arrivano le immagini più conosciute e note: la serie dei bambini che giocano, la villeggiatura al mare, il gesticolare delle vecchiette sedute al sole, la vita negli assolati paesi del sud. Sono racconti organici e articolati, a volte arricchiti da sequenze di più immagini, quasi una rappresentazione cinematografica, o isolati momenti di perfetta composizione iconica. Eppure il dialogo tra la macchina fotografica e il soggetto è sempre sincero, mai esasperato o ridondante; le sue immagini sono pulite, compositivamente equilibrate, mai sovrabbondanti.

di Cristiana Palma

Le mani parlano_1956_© Fondazione Nino Migliori