Il Cercatore di Luce

di Francesca Fabbri Fellini

Vola alta, parola, cresci in profondità,
tocca nadir e zenith della tua significazione,
giacché talvolta lo puoi – sogno che la cosa esclami
nel buio della mente –
però non separarti
da me, non arrivare,
ti prego, a quel celestiale appuntamento
da sola, senza il caldo di me
o almeno il mio ricordo, sii
luce, non disabitata trasparenza…

La cosa e la sua anima? o la mia e la sua sofferenza?

Mario Luzi

(da “Tutto perso, tutto parificato?”, in “Per il battesimo dei nostri frammenti”, 1978-1984, Garzanti, 1985)

Hola

Domenico Iannacone, il giornalista e autore molisano alla ricerca di anime dimenticate, che si riflettono sul suo volto, raccontando storie che si annidano dentro e non escono più.

Semplicità, silenzio e tempo questi sono i 3 ingredienti delle sue inchieste morali in televisione.

Nato a Torella del Sannio in provincia di Campobasso il 7 aprile nel 1962 a 18 anni scrive e collabora con la rivista letteraria La Tartaruga” curata dalla poetessa Amelia Rosselli che l’ha introdotto al mondo dei grandi poeti del ‘900 : Caproni, Zanzotto..etc

Domenico Iannacone ha iniziato la carriera giornalistica sulle testate regionali : Il Corriere del Molise e Il Quotidiano del Molise.

A 39 anni nel 2001 approda in Rai. La televisione che ama è quella di Comencini, Gregoretti, Zavoli.

E’ stato uno degli inviati di punta del talk show di Rai 3 Ballarò,ha firmato come autore il programma Presa diretta. 

E’ stato autore e conduttore del programma d’inchiesta I dieci comandamenti; ha condotto sempre su Rai 3 la prima edizione della striscia quotidiana Che ci faccio qui, attualmente in onda con la seconda stagione, ultima puntata sabato 7 Maggio, alle ore 21,45.

Per  cinque volte gli è stato attribuito il Premio Ilaria Alpi, uno tra maggiori riconoscimenti legati al giornalismo d’inchiesta internazionale.

Iannacone con i suoi programmi cerca una strada  per rendere visibili gli invisibili e veicolare il bene  e la solidarietà.

Le sue storie sono un’immagine riflessa, che aiutano a pensare, portandoci alla solitudine e alle mancanze con grazia, rispetto, amore.

Un abbraccio caldo e sostenuto verso l’indifeso e un elogio visibile, per chi nuota controcorrente, aggiungendo del nuovo con la propria rivoluzione.

La poesia non è solo un verso, ma occhi che parlano con nobiltà e anima, della miseria e degli Ultimi, facendoli diventare con la loro voce, almeno per poco i Primi.

Questa è la video intervista

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Il Sillabario delle Emozioni

Le emozioni sono dentro e fuori di noi. A volte sembra di non sentirle più, ma non sono morte. Continuano a vivere con noi, ci bussano alla porta e aspettano solo di essere accolte. Le emozioni sono dentro tutte le storie. A volte ci vengono incontro e a volte bisogna andarle a cercare. Domenico Iannacone ci guida in un viaggio all’interno di sei storie che hanno lasciato un segno nella sua vita e nella sua carriera di giornalista. Un sillabario fatto di parole, musiche e pause per riprendere contatto con l’altro e noi stessi.

Il Sillabario delle Emozioni” è un podcast di Domenico Iannacone.

Con la collaborazione di Giulia Laura Ferrari. Musiche di Marco Scorsolini.

A cura di Giulia Laura Ferrari. Coordinamento Rai Radio2 di Annalisa Vacca.

link : https://www.raiplaysound.it/programmi/ilsillabariodelleemozioni 

Hola

Domenico Iannacone – BIO

Sono nato in un piccolo paese del MoliseTorella del Sannio, in provincia di Campobasso. Ho sempre amato il cinema e la scrittura anche se mi piaceva da matti giocare a pallone. I miei avrebbero voluto che lavorassi nell’attività di famiglia ma io ho fatto sempre di testa mia ed ho scelto l’opposto mantenendomi e cavandomela da solo. Mentre mi nutrivo di poesia, ho fatto il cameriere, il lavapiatti e lo scaricatore ai mercati generali . Amo la letteratura e la musica. Se dovessi scegliere un libro e una canzone nominerei senza ombra di dubbio “Viaggio al termine della notte” di Luis Ferdinand Céline e “Everybody Knows” di Leonard Cohen.  I film che in assoluto ho amato di più sono “Amarcord” di Federico Fellini e “Ladri di biciclette” di  Vittorio De Sica.  Se potessi rinascere farei il falegname e anche il contadino.