di Roberto Chiesi

Pasolini ha vissuto con profonda sofferenza il passaggio fulmineo e bruciante avvenuto in Italia negli anni ’60 da una civiltà a un’altra, con la scomparsa di un intero sistema culturale e sociale, addirittura di una condizione umana con i suoi linguaggi, i suoi codici, i suoi rituali.

P.P.Pasolini_3_©-Sandro-Becchetti

Quel passato si identificava, per Pasolini, con una storia dell’umanità millenaria, che aveva i lineamenti del mondo contadino, la cui vita dipendeva dal lavoro agricolo e il cui tempo era legato al ciclo delle stagioni. Con l’avvento della società dei consumi, quel mondo si estingue, riducendosi a un’infima minoranza. Contemporaneamente, anche il mondo popolare delle periferie, subisce un repentino processo di trasformazione che lo conduce all’assimilazione dei modelli del centro, grazie all’irresistibile potere ipnotico dei piccoli schermi televisivi.

All’inizio degli anni Settanta, Pasolini reagì al carattere di un fenomeno che percepiva come totalizzante e irreversibile. Come scrittore, cercò di aggredire i connotati del presente, decifrandone ogni declinazione, da quelle corporali a quelle linguistiche. Analizzò il corpo dell’Italia e degli italiani, nella concretezza fisica della realtà corporale, linguistica, mimica e gestuale con una precisione di dettagli in cui si ritrovava la sua tensione antropologica. Ne nacquero centinaia di pagine di una critica della modernità che egli definì «corsara» e «luterana» per sottolineare la propria assoluta e intransigente solitudine e indipendenza di pensiero.

Di contro, come regista non volle filmare l’epoca attuale nel suo cinema, per la ripugnanza che gli ispirava. Ma il presente, e le sue ombre, si insinuano nei suoi film perché Pasolini in alcuni casi non riesce a esorcizzarne la presenza stridente, in altri, ricorre alla trasfigurazione metaforica di un passato che rimanda al presente, oppure lo rappresenta in una chiave di estrema deformazione.

Da Appunti per un’Orestiade africana” (1970) all’incompiuto Appunti per un romanzo sull’immondezza” (1970), dalla Trilogia della vita” (1971-1974) a Salò” (1975) e al film in preparazione, mai realizzato, Porno-Theo-Kolossal”, passando per il “laboratorio” del romanzo Petrolio”, l’ultima raccolta poetica, La nuova gioventù” e gli articoli corsari, questo libro ripercorre gli ultimi cinque anni di un’incessante attività artistica e intellettuale vissuta sotto l’assedio di un presente degradante.


Vallecchi editore

Collana: Saggi – Data di Pubblicazione: novembre 2022

EAN: 9788882521639 – ISBN: 888252163X – Pagine: 296

Roberto Chiesi – BIO

Critico cinematografico e responsabile del Centro Studi – Archivio Pasolini della Cineteca di Bologna, è membro del comitato direttivo della rivista internazionale «Studi pasoliniani» e del comitato di redazione del periodico «Cineforum», inoltre è collaboratore del programma radiofonico di RAI3 “Wikiradio”. Scrive per i periodici «Segnocinema» e «Cinecritica».

Ha collaborato al Dizionario Treccani del cinema e alla “Storia del cinema italiano 1970-1975”della Scuola Nazionale di Cinema. Ha curato l’edizione dvd di dieci film della collana Bergman Collection per BIM e, per le edizioni Cineteca di Bologna, de La rabbia (2008), Appunti per un’Orestiade africana (2009, dvd e libro), Fuoco! Il cinema di Gian Vittorio Baldi (2009), L’Oriente di Pasolini (2011), Accattone (2015) (con Luciano De Giusti), Il mio cinema (2015) (con Graziella Chiarcossi) e l’edizione dvd di Salò o le 120 giornate di Sodoma (2015).È autore o curatore, fra gli altri, anche dei libri Hou Hsiao-hsien (Le Mani, 2002), Jean-Luc Godard (Gremese, 2003), Pasolini, Callas e «Medea» (FMR, 2007), Il cinema noir francese (Gremese, 2015), Cristo mi chiama ma senza luce. Pier Paolo Pasolini e Il Vangelo secondo Matteo (Le Mani, 2015), «8 ½»di Federico Fellini (Gremese, 2018), Il cinema di Ingmar Bergman (Gremese, 2018). Ha collaborato ai volumi Lo scrittore al tempo di Pasolini e oggi. Tra società delle lettere e solitudine (Marsilio, 2018), TuttoFellini (Gremese, 2019), Simenon e il cinema (Marsilio, 2020), La sfinge nell’abisso: Pier Paolo Pasolini, il mito, il rito e l’antico (Universalia, 2020), Petrolio 25 anni dopo.(Bio)politica, eros e verità nell’ultimo romanzo di Pier Paolo Pasolini (Quodlibet, 2020), Gettiamo il nostro corpo nella lotta. Il giornalismo di Pier Paolo Pasolini (Marsilio, 2020), Pasolini e Sciascia, gli ultimi eretici (Marsilio, 2021) e recentemente TuttoPasolini (Gremese, 2022).